E’ ormai chiaro che il Biscione sia all’angolo, gli tremano le gambe, barcolla e rischia di finire al tappeto per ko tecnico ancora prima della fine della stagione. Balotelli al Milan, anche se in tanti a partire da Moratti dicono di non rimpiangerlo, mette l’Inter all’angolo e ne mostra tutti i problemi, societari e non solo, come se non fossero bastate le scorribande di Meggiorini e Cerci a San Siro. Confesso che non ho mai sentito Stramaccioni così mogio a fine partita come domenica sera, abbacchiato, deluso, come neanche dopo una brutta sconfitta e lì ho capito. Non si trattava del pareggio con il Torino perché Strama aveva già intuito che il numero 1 della lista dei suoi desideri, alias Paulinho, nonostante le pesantissime cessioni di Sneijder e Coutinho, non
sarebbe arrivato ad aiutarlo. Una delusione che mixata al grave infortunio di Mudingayi, con una spruzzata dei soliti problemi fisici di Chivu, oltre a quelli di Milito e Samuel, ha fatto finire il povero Stramaccioni in un frullatore a motore.

Da quando si è arenata la trattativa con i cinesi, ormai saltata, e soprattutto sono spariti i denari freschi che questa alleanza avrebbe dovuto portare è infatti cambiato tutto, scenari e prospettive. Sneijder da faro si è trasformato in problema da scaricare al più presto dal bilancio e i dirigenti nerazzurri si sono lanciati alla rincorsa della minima plusvalenza, anche al costo di sacrificare Philippe Coutinho, che invece sarebbe dovuto diventare l’erede dell’olandese, mentre Paulinho è diventato irraggiungibile (non commentiamo l’inutile recita di questi ultimi giorni). Sembra ormai chiaro che i rubinetti della Saras sono chiusi, se non dovessero arrivare nuovi soci solo l’operazione stadio potrebbe far rialzare l’Inter finanziariamente, anche perché, nonostante gli arrivi dei vari Schelotto e Kuzmanovic, l’obiettivo Champions League, con i relativi introiti, sembra veramente difficile da raggiungere e lo si è visto contro il Torino.

La squadra avrebbe bisogno di rinforzi di alto livello per tornare a correre, uno almeno per reparto, per riuscire a fare quello che invece, dopo i problemi di inizio stagione, stanno facendo i cugini rossoneri. La situazione infatti adesso si è totalmente capovolta e pensare per i prossimi 10 anni a un tridente Balotelli-El Shaarawy-Niang non può che far paura a chi passa le giornate a sperare che Milito si riprenda al più presto dal suo infortunio e preferisce far finta di niente quando sa bene che a giugno la sua carta d’identità dirà 34 primavere. Di Rocchi non ne parliamo, troppo facile sparare sulla croce rossa mentre fa troppo male pensare a quello che avrebbe potuto essere con Balotelli, Destro… ancora con la maglia nerazzurra.

Adesso sta tutto a Strama e alla sua truppa, devono riuscire a dare forza al Biscione traballante, aiutarlo a rimanere in piedi e a non cadere. Il pessimismo cosmico in questo momento regna sovrano e non potrebbe essere altrimenti, ma nel calcio tutto può cambiare in pochi attimi, minuti, secondi, come è già successo in quella magica notte di Torino il 3 novembre, un ricordo che insieme al baby campione Mateo Kovacic deve però dare la forza all’Inter per ripartire. La speranza è che l'astro nascente del calcio croato riesca ad ambientarsi subito in Italia, che Mateo riesca dove Coutinho ha fallito, che si dimostri subito in grado di  prendersi in mano la squadra, aiutando il Biscione a colpi di geometrie per lasciarsi alle spalle tutto e tutti, Balotelli compreso.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 31 gennaio 2013 alle 00:00
Autore: Marco Barzaghi / Twitter: @marcobarzaghi
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