Tre anni, tre scudetti. Anche in questo caso la matematica non è un’opinione. Nulla da dire sul concetto espresso ieri da Zlatan Ibrahimovic, che da quando è arrivato a Milano ha sempre vinto il tricolore, un trionfo che la tifoseria nerazzurra attendeva da 17 anni. Ma lo svedese, da quando è a Barcellona, sta rilasciando dichiarazioni che non fanno che aumentare il disappunto dei tifosi nerazzurri, molti dei quali hanno mal digerito il suo atteggiamento già durante lo scorso campionato, accettandolo tuttavia per il bene comune. Inutile nasconderlo, il rapporto tra i tifosi nerazzurri e Ibrahimovic si è strappato e non si ricucirà tanto facilmente, forse non accadrà mai. Però dichiarare pubblicamente, per mettere le mani avanti di fronte all’accoglienza che riceverà a San Siro il 16 settembre con il Barça, che i ‘veri’ supporter dell’Inter dovrebbero ricordarsi che grazie a lui la squadra è tornata a vincere, non è stato un gesto apprezzabile.

Già nelle settimane precedenti Ibra è tornato a parlare come mai prima, sottolineando, oltre alla gioia di vestire la maglia blaugrana, quanto sia più bella Barcellona rispetto a Milano, quanto i Campioni d’Europa giochino meglio dell’Inter, e quanto lui preferisce esprimersi assieme a campioni come Messi e compagnia bella, inviando frecciate proprio a Mourinho, che lo ha sempre difeso prima del suo addio. Tutto questo fiume di parole ha toccato l’apice nel momento in cui lo svedese ha dichiarato candidamente che il Barcellona è superiore all’Inter, come se fino a poche settimane fa giocasse in una squadra di brocchi. Viva la gratitudine, insomma. Sostenere però che se non fosse stato per lui l’Inter non avrebbe interrotto la sua serie negativa di 17 anni in campionato, è a dir poco eccessivo e rappresenta una mancanza di rispetto anche nei confronti dei compagni di squadra, che negli ultimi tre anni hanno festeggiato con lui la vittoria dello scudetto.

Nessuno può asserire che il suo contributo non sia stato fondamentale, le sue reti e i suoi assist sono ancora nella mente di tutti i tifosi dell’Inter. Ma erigersi a eroe dei trionfi interisti dell’ultimo triennio appare, francamente, l’ennesima caduta di stile da parte di un giocatore che, nonostante un carattere ‘particolare’, è riuscito a entrare nel cuore della tifoserie della Beneamata. Il signor Ibrahimovic, a mio parere, prima di sottolineare certe cose, dovrebbe ricordarsi che se ha fatto quello che tutti gli riconoscono, lo deve anche ai vari Julio Cesar, Cambiasso, Zanetti, Maicon, Samuel, Cordoba e a tutti gli altri giocatori nerazzurri che si sono guadagnati sul campo il tricolore. Certe dichiarazioni non fanno che aumentare la tensione sia nei confronti dei sostenitori, sia della squadra che ha vinto con lui, quindi sarebbe stato meglio risparmiarsele, soprattutto a pochi giorni dalla trasferta di San Siro. Il rischio di un clamoroso autogol è sempre nell'aria.

Infine, lo svedese farebbe bene a non dimenticare che, per aiutare l’Inter a vincere lo scudetto, Massimo Moratti lo ha fatto diventare il giocatore più pagato al mondo. Quindi, considerando che ha sempre intascato il suo lauto assegno ogni mese, non è proprio il caso di sbandierare ai quattro venti di aver fatto a dovere e puntualmente il proprio lavoro, lui che si è sempre ritenuto un professionista ineccepibile. Grazie per il tuo contributo in questi tre anni, dunque, caro Ibra, ma ora chiudi il becco e pensa solo alla tua squadra. La nostra andrà avanti bene anche senza di te.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 10 settembre 2009 alle 08:25
Autore: Fabio Costantino
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