Aver superato 17 anni senza vincere lo scudetto ha reso il tifoso interista immune a ogni delusione (5 maggio compreso…). Neanche veder partire Ronaldo nel modo che tutti sanno e ritrovarlo con la maglia rossonera ha scalfito l’ottimismo del sostenitore nerazzurro, rafforzato dai recenti successi in Italia. Eppure, qualcosa potrebbe mettere a dura prova il suo entusiasmo, e non si tratterebbe di una sconfitta nel derby oppure di un titolo perso in volata contro chicchessia. La partenza di Zlatan Ibrahimovic. Nelle ultime settimane, guarda caso dopo l’eliminazione in Champions League, ha preso inaspettatamente piede l’ipotesi che lo svedese non si trovi più bene a Milano. Marco Branca, rispondendo alle fastidiose parole dell’agente Raiola, ha definito l’insofferenza di Ibra semplicemente un mal di pancia, che la società avrebbe fatto passare con una campagna acquisti all’altezza delle ambizioni nerazzurre. La vittoria contro la Fiorentina e quella successiva ai danni della Reggina sembravano i farmaci ideali per guarire dal formicolio nella pancia di Ibracadabra (lui stesso li ha firmati con quattro gol), eppure l’effetto medicinale oggi non sembra tanto efficace.

Già, perché lo svedese anche dopo la sfida contro i calabresi ha ribadito di non essere sicuro di rimanere a Milano anche la prossima stagione. Parole che stonano con quelle di Mourinho, il quale poco prima aveva ribadito l’intenzione di rimanere nerazzurro e continuare ad allenare il genio. A questo punto, cosa dovrebbe pensare il tifoso nerazzurro, che non riesce a gioire neanche per la prima vittoria “tranquilla” della Beneamata? Non v’è dubbio alcuno che a molti interisti le frasi di Ibra abbiano provocato un certo fastidio, a qualcuno paura di perderlo, ad altri delusione per l’assenza di attaccamento alla maglia. Un vero peccato, dopo il gioiello esposto a San Siro che è valso il 3-0 finale contro la Reggina. L’Inter è una grande squadra, con molti fuoriclasse e, in teoria, potrebbe fare a meno di chiunque. Eppure, Ibrahimovic è “necessario”. Lo svedese è in grado di fare la differenza più di qualsiasi altro giocatore al mondo, i più prestigiosi club d’Europa lo sanno bene e sarebbero pronte a fargli ponti d’oro. Ma nel suo caso non sarebbero i soldi a indirizzarlo verso una o l’altra direzione. Ibra ha un sogno: il Pallone d’Oro. Senza Champions, però, non lo vedrà mai se non nelle mani di altri grandi giocatori, che non valgono certo più di lui sul terreno di gioco. Nella sua mente si sta facendo strada il terribile pensiero che con la maglia dell’Inter la coppa dalle grandi orecchie rimarrà un miraggio, e di conseguenza anche il trofeo di France Football. Per questo motivo l’idea di giocare in un club che possa fare la voce grossa in campo europeo lo stuzzica molto.

Il suo contratto con l’Inter scadrà nel 2013, ma Raiola ha ribadito che se il suo assistito decidesse di andarsene, non ci sarebbe nulla che potrebbe fargli cambiare idea. Così è stato con l’Ajax, così è stato con la Juventus. Per questo Moratti ha intenzione di convincerlo sulle buone intenzioni della società, che punta a costruire una squadra in grado di combattere in Europa. Mourinho, la scorsa estate, è stato ingaggiato anche per questo, ma il portoghese non ha di certo la bacchetta magica. Per arrivare a un traguardo talmente importante è necessaria una strategia a lungo termine, il Manchester United lo conferma. Non è un caso se nello scontro diretto la differenza di valori, purtroppo, sia tristemente emersa. Al di là delle intenzioni della società per fare in modo che la partita dell’Old Trafford non abbia seguito negli anni a venire, Ibra non deve dimenticare una cosa importante: contro lo United anche lui ha fallito l’appuntamento, confermando di non essere ancora decisivo in campo internazionale. Prima di lanciare certe bombe, dunque, lo svedese dovrebbe riflettere su un aspetto: è l’Inter che non ha dimensione da Champions, o è lui che non è riuscito a guidarla come dovrebbe fare un campione del suo calibro? Zlatan è un grandissimo campione, ma si ricordi che nessuno è al di sopra della maglia o della bandiera nerazzurra…

Sezione: Editoriale / Data: Lun 23 marzo 2009 alle 09:02
Autore: Fabio Costantino
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