"... E vissero tutti felici e contenti...". La maggior parte dei tifosi interisti starà pensando proprio questo, sollevata da una cessione oggi molto probabile che, a suo dire, avrà addirittura valenza maggiore rispetto a qualsivoglia acquisto importante. Contenti, tutti contentissimi dell'addio possibile di Fredy Guarin, perché questi giorni hanno detto chiaramente questo. Tante critiche, l'augurio e la clamorosa voglia della maggioranza del popolo nerazzurro di non vedere più la sua 13 fuori dai cancelli di Appiano Gentile.

Ogni idea, analisi e opinione è ovviamente condivisibile e da rispettare, ma io voglio criticare il perché, il motivo, il percorso che ha portato tutti, o quasi, a odiare (sportivamente parlando) il centrocampista colombiano. Al giorno d'oggi, ormai, constato tristemente che le mode, le prese di posizione a tavolino e i luoghi comuni - nel calcio e, purtroppo, anche nella vita di tutti i giorni -, influenzano il pensiero delle persone e dei tifosi. E ritengo che la situazione del Guaro non faccia differenza.

La domanda che voglio porgere è semplicissima: per quale motivo, tra tutti i giocatori (anche quelli dalle enormi potenzialità) che sono passati da Milano, l'ex Porto è uno dei più odiati, anche di fronte a prestazioni positive? La risposta, purtroppo, non la conosco, ma vorrei sottolineare un aspetto, grazie alla fortuna di aver seguito da vicino l'Inter in ogni occasione: per impegno, determinazione e attaccamento alla maglia il classe '86 di Puerto Boyacá è stato ed è uno dei giocatori che hanno cercato di dare di più, talvolta (questo è il grande rammarico della sua avventura all'Inter) senza offrire un buon rendimento con continuità.

Aggiungo che in questi giorni il ragazzo è molto triste, perché ha capito che questa potrebbe essere realmente la sessione di mercato che lo porterà lontano dalla Milano nerazzurra. Ora immagino cosa starete pensando nel leggere queste righe ("Fontana vai a quel paese! Tu insieme a Guarin!", per esempio), ma sinceramente - con tutto il rispetto - me ne farò una ragione. Credo sia troppo semplice scrivere di 'comodo', mentre è più difficile andare controcorrente trattando argomenti che possono aizzare la folla (vedi, a suo tempo, l'analisi su Balotelli). E il caso del combattente colombiano, ne sono sicuro, susciterà non poca rabbia nei vostri confronti.

Forse, però, non tutti sanno che il centrocampista aveva (sto parlando al passato, ma chissà che alla fine non ci sia una permanenza...) il sogno di diventare in futuro il capitano dell'Inter, perché ama realmente questa maglia, questi colori e la città di Milano, e non regge la scusa del passaggio sfumato all'ultimo alla Juventus nell'ambito dello scambio con Mirko Vucinic. In quel caso l'operazione fu portata avanti per il volere dei due club, con i giocatori che si adattarono.

Da quel momento FG13 si è sentito parte assolutamente integrante di questa Inter, cercando di 'spaccare il mondo' con la sua forza, con una grinta sopra le righe che, a volte, si è rivelata anche nemica. E purtroppo non è riuscito a diventare un centrocampista mondiale, un obiettivo che - sfido chiunque a dire il contrario - avrebbe potuto tranquillamente raggiungere con le sue qualità.

Ora sarà Russia, Turchia o Cina. E non nego ovviamente che di fronte a certe cifre anche io darei l'ok alla sua cessione, senza il minimo dubbio, ma per il tifoso interista l'aspetto economico oggi passa quasi in secondo piano. La cosa più importante è che Fredy vada via dall'Inter, impossibile sopportare ancora un giocatore del genere. Un giocatore - ricordatevelo - che però non ha per nulla meritato tutte le critiche ricevute. Inopportune in più di un caso, calciatori più scarsi e meno attaccati alla maglia sono stati trattati molto meglio. Ma tranquilli, ormai ci siamo: il Guaro sta andando. Per una cessione che, per la maggior parte degli interisti, varrà più di un acquisto mondiale. "... E vissero tutti felici e contenti...".

Sezione: Editoriale / Data: Sab 16 gennaio 2016 alle 00:00
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
vedi letture
Print