Ecco l’Effetto Mancini, a 360 gradi. Da Torino al mercato, il 2015 nerazzurro inizia con i botti, oltre ogni aspettativa. Quello che arriva da Appiano è un grido di battaglia, che parte da Giakarta e non si vuole fermare: Podolski, il pareggio con rischio vittoria dello Stadium e una squadra trasformata, per poi passare a Shaqiri. I tifosi dell’Inter hanno quasi il mal di testa, non erano più abituati a emozioni del genere, tutte condensate in così poco tempo, come a cancellare in un solo colpo stagioni deludenti, mercati poveri e la scure del fair play finanziario, che sembrava una zavorra insuperabile.

Complimenti quindi a Erick Thohir, a Piero Ausilio e a Marco Fassone per operazioni concluse quasi chirurgicamente, il grande regista dell’operazione rilancio però non può che avere la sciarpa: Roberto Mancini da Jesi. Il Mancio l’ha fatto capire fin dalla sua prima conferenza e non ha mai smesso di ripeterlo, lui vuole vincere, non ci pensa neanche a partecipare solamente. Già gli costa parecchia fatica pensare di lottare solo per il terzo posto, figuriamoci per qualcosa di ancora meno importante e l’ha inculcato nella testa di tutti, dai giocatori a tutta la dirigenza.

Ambizione e voglia di essere i migliori, come si è visto allo Stadium, senza mai accontentarsi, come ripete spesso: ”Siamo l’Inter”, anche per farlo capire a chi non lo sapeva. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, a Torino il Biscione ha rischiato di crollare ma poi con un grande carattere ritrovato ha sfiorato addirittura la vittoria. Sul mercato invece Thohir ha capito che servono acquisti top perché altrimenti la Champions la si può vedere solo con il cannocchiale. Podolski e Shaqiri non possono che essere due colpi importanti, riserve sì nei loro precedenti club, ma giocatori in grado di cambiare il volto dell’Inter, come già si è visto in parte contro la Juventus.

Podolski è entrato e nonostante non fosse nelle migliori condizioni ha cambiato la storia della partita: grinta, carattere, esperienza, tecnica e voglia di vincere. Shaqiri è invece un acquisto forse ancora più determinante, soprattutto in prospettiva futura, importante soprattutto perché è la dimostrazione che Thohir fa veramente sul serio ed è pronto ad accontentare le richieste di Mancini, per riportare l’Inter dove merita. Lo aspettiamo quindi a San Siro, magari insieme anche al tanto sospirato regista che continuo a chiedere dalla partenza di Thiago Motta. Della querelle Osvaldo non mi va di parlare, meglio pensare al futuro e a quello che aspetta l’Inter. Stay tuned. Buon 2015 a tutti.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 09 gennaio 2015 alle 00:00
Autore: Marco Barzaghi / Twitter: @marcobarzaghi
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