Nel glossario dei fumetti la parola ‘Gasp’ seguita dal punto esclamativo indica stupore, generalmente accompagnato da timore o affanno. Ammetto che anche a me, il giorno in cui ho letto dell’addio di Leonardo, un ‘Gasp!’ è scappato. La partenza di Leo è la dimostrazione di quanto fosse per lui troppo pesante occupare quel posto sulla panchina dell’Inter, rimasta adesso vuota e che invoca un successore. “È stata una sua decisione e noi l’abbiamo accettata”, mi diceva due giorni fa, a margine di 'Inter Campus per UNICEF' a Vittoria (Ragusa), la signora Bedy Moratti. Una scelta e un addio bruciante, inspiegabile dopo le belle parole che il brasiliano elargiva in conferenza stampa alla società nerazzurra, che gli aveva dato la possibilità di coronare un “sogno”. Sogno che si è dovuto interrompere davanti alla realtà concreta dei milioni offertogli dagli sceicchi del Paris Saint-Germain e alla proposta allettante di un comodo ruolo nella dirigenza del club. Niente stress da panchina, nessun derby in cui si è costretti a subire gli insulti di tifosi (e giocatori) avversari. Crolla così il Leo sognatore e tecnico, per far posto al dirigente, incarico che, com’è noto, lui ama ricoprire più di qualunque altro. Fatte le dovute considerazioni, l’ormai ex allenatore dell’Inter non ha avuto alcun dubbio e ha preso la via di Parigi. Adieu.
Smaltito il ‘Gasp!’, anche da Corso Vittorio Emanuele, senza perdere tempo, ci si è mossi subito per dare alla squadra un nuovo tecnico. Prima si è pensato a Marcelo Bielsa, il numero uno della lista, argentino come tanti nella rosa nerazzurra. Il no del Loco sarebbe arrivato per “motivi personali”, secondo Moratti. Tralasciando le voci su Ancelotti per cui sembrano non esserci mai stati contatti, si vira quindi in Portogallo per cercare di portare a Milano colui che è già stato definito lo 'Special Two', sulla scia di Mourinho, dopo una stagione di trionfi al Porto: anche l’opzione André Villas Boas viene messa da parte a causa dell’intransigenza dei Dragoes a scendere a compromessi. Non possiamo trattenere l’erede di Mou - è il messaggio che arriva da Oporto -, ma chi lo vuole può sempre decidere di pagare la clausola di 15 milioni di euro. Impossibile, visti i propositi della società nerazzurra, spendere una tale cifra per un allenatore. Magari ci proverà il Chelsea di Abramovich, in bilico nello scegliere tra il portoghese e Guus Hiddink, c.t. della Turchia, per il quale si attende solo il sì della Federazione.
La stampa si scatena quindi nel toto-allenatore. Chi annuncia con sicurezza l’arrivo di Mihajlovic (irremovibile l’intenzione della Fiorentina di trattenere il serbo), altri che puntano sui nomi di Capello, Spalletti, Hiddink, senza escludere gli italiani Gasperini, Rossi e Zola. “Di nomi ne state mettendo davvero parecchi”, commenta ai giornalisti Moratti, che annuncia l’ingaggio in settimana di un allenatore di fascia A. Tutti pensano a Fabio Capello, tecnico che stuzzica la fantasia del presidente nerazzurro. Ha carisma, esperienza internazionale e tutte le doti per poter aprire a San Siro un nuovo ciclo vincente. Dalla Gran Bretagna, invece, arriva l’ennesima risposta negativa, con tanto di ‘Gasp!’ per i tifosi interisti che attendono con ansia di conoscere il nome del nuovo tecnico. La Federcalcio inglese non dà il via libera a Don Fabio, che resterà alla guida della Nazionale inglese sino a Euro 2012, nonostante l’incontro positivo avvenuto a Marbella tra il c.t. e Marco Branca.
Cos’hanno in comune la Nazionale inglese e quella turca? Che entrambe non appaiono disposte a liberare il proprio tecnico a un anno di distanza dagli Europei in Polonia e Ucraina. Anche la pista Hiddink risulta così difficilissima. Ne sa qualcosa il Chelsea che sta provando in tutti i modi a convincere la Turchia (ecco perché, in attesa di risposte affermative, i Blues avrebbero deciso di puntare tutto su Villas Boas). Resta Luciano Spalletti tra i big messi in lista e accomunati al futuro della panchina dell’Inter. “Mai pensato a lui - smentisce Moratti -, perché con lo Zenit abbiamo degli ottimi rapporti”. Stesso discorso fatto per Mihajlovic, insomma. Chi è sotto contratto con una società ‘amica’ non va toccato. Si restringe la lista degli indiziati. Gianfranco Zola, esonerato nel maggio 2010 dal West Ham, è forse quel nome in più che i giornali avrebbero fatto e che al contrario non rientrerebbe nei piani dell’Inter.
Restano Delio Rossi e… Gasp! Gian Piero Gasperini, ex tecnico del Genoa che, secondo voci risalenti allo scorso weekend, dovrebbe incontrarsi in questi giorni (domani?) con i dirigenti nerazzurri. Il Gasp, che precede il collega Rossi nelle preferenze del club, risolverebbe senza ostacoli il contratto che lo lega ancora ai rossoblù, grazie agli ottimi rapporti tra presidenti, Moratti e Preziosi, che in questo caso gioverebbero al bene della panchina nerazzurra. E lo stesso Preziosi assicura, sull’allenatore che ha tanto ammirato alla guida della sua squadra: “Mai visto nella mia vita uno così bravo sul campo. L’Inter farebbe un’ottima scelta”. E chissà che lo stesso parere non l’abbia fornito di persona ai vertici nerazzurri negli scorsi colloqui avvenuti per parlare della comproprietà di Kharja. Il bel calcio mostrato a Genova da Gasp è stato per anni sotto gli occhi di tutti. Non costa 15 milioni, non ha esperienza internazionale (come l'aveva lo scorso anno Rafa Benitez...) e non è di certo l’allenatore di fascia A annunciato da Moratti, ma a mio avviso Gasperini, qualora venisse chiamato al grande salto dal patron per sedersi sulla panchina dell’Inter, potrebbe davvero avere le qualità per riuscire a stupire, lasciando tutti a bocca aperta e scacciando i timori iniziali come fatto quest’anno da Allegri al Milan, ma stavolta con un Gasp!
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