Manca meno di un mese all’inizio del campionato. Sembra una vita, soprattutto per chi magari è già in vacanza e tra un bagno e l’altro apre il nostro sito per rimanere sempre aggiornato su quel che sarà. In realtà però – soprattutto d’estate e quando ci si diverte – passano molto velocemente. E se alleni una squadra a cui mancano ancora praticamente tutti i big per via dell’Europeo e sei stato costretto a cancellare la tournée negli USA e l’amichevole in Israele, il tempo a disposizione già scarseggia. Inzaghi non ha davanti a sé un compito facile. Senza Hakimi - che se andiamo a rivedere le azioni della passata stagione era praticamente sempre presente in ogni attacco nerazzurro – e pure senza quell’Eriksen, che tutti comunque sperano di rivedere quanto prima in piena salute e magari su un campo verde di gioco.

Due elementi preziosi, determinanti nella scorsa Inter. E se da un lato già conosciamo il nome del sostituto del danese, quel Calhanoglu che pare essere al settimo cielo dopo aver cambiato la sponda del Naviglio, un discorso a parte va fatto per il laterale destro. Ora non entro nei particolari perché questo è un editoriale, non un pezzo di mercato. Ma sicuramente chi arriverà, per quanto forte possa essere, non sarà mai Hakimi. Basta saperlo ed essere consapevoli che comunque potrà fare bene. In ogni caso, come dice Marotta, servirà creatività. La liquidità non è elevatissima e con il mondo bloccato dall’economia post covid, trovare dei saldi interessanti è molto complicato.

E allora mi riallaccio a quanto scritto una settimana fa. Forse ho portato bene, sicuramente il merito non è mio. Ma il punto è che l’Inter da troppo tempo non lancia ad altissimi livelli un suo giovane. Adesso è scoppiata la Satriano mania, per un calciatore che ha tutte le caratteristiche per diventare un campione. Ma non carichiamolo di aspettative e responsabilità. Lasciamo divertire e vediamo quello di cui è capace. Attenzione anche a Mulattieri, uno che se ha un’occasione segna due gol. Ma anche a Colidio, che in Argentina era considerato un predestinato. Tempo al tempo, ma fiducia totale nel responso che daranno allenamenti e test in giro per l’Italia.

L’anno prossimo probabilmente, dato che non dovrebbero esserci colpi ad effetto per nessun club della Serie A, i favoriti per lo Scudetto potrebbero essere quelli che cambieranno di meno. E come dice Skriniar, una volta vinto il Tricolore, non si deve avere paura di difendere la supremazia, netta e incontrastabile, ottenuta nella passata annata. Una questione di forza calcistica. Ma anche di testa.
Sezione: Editoriale / Data: Ven 23 luglio 2021 alle 00:01
Autore: Simone Togna
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