Ascoltando le parole di domenica di Wagner Ribeiro, che interrogato sulla sua presenza a Parigi e sulla possibile relazione con l’interesse del Paris Saint Germain ha risposto con una frase del tipo: “Parigi è sempre Parigi…”, era possibile forse sentire un leggero odore di bruciato. Tempo una notte, una notte passata troppo in fretta, ed ecco infatti di fronte a tutti l’incendio: il Paris Saint Germain colpisce ancora e mette le mani su Lucas Moura, il 20enne talento del Sao Paulo al centro ormai da tempo delle voci di mercato. Con 45 milioni di euro, il club di Al-Khelaifi ha messo a segno l’ennesimo colpo multimilionario della propria campagna acquisti da oltre 100 milioni in uscita e, nonostante le smentite rituali sconfessate dal patron Moratti, si assicura a partire da gennaio l’esterno offensivo brasiliano con tanti saluti ad Inter e Manchester United, per la serie ‘tra i due litiganti’…

A rigor di logica, prevale lo scoramento, soprattutto in casa nerazzurra, visto che in poche ore è andato a gambe all’aria un affare che sembrava già fatto, specie dopo che Marco Branca aveva concluso positivamente la sua missione in Brasile con un accordo raggiunto sulla base di nemmeno 30 milioni di euro, sforzo economicamente significativo, considerati anche i tempi, per il giocatore fortemente voluto anche e soprattutto da Andrea Stramaccioni, un colpo importante forse per l’immediato (tutto da verificare infatti l’impatto col calcio europeo) ma visti i numeri sicuramente in prospettiva. Ma alla fine, con uno scatto degno dell’olimpionico fulmine Usain Bolt, l’ennesimo ciclone di dobloni qatarioti ha investito Sao Paulo portando una grandinata di soldi, argomento sempre molto gradito specie in un Paese dove i presidenti si son fatti tanto furbi e dove la compravendita di giocatori influisce anche sull’economia nazionale.

Alla fine, i rischi e le opportunità dell’ingaggio del giovane brasiliano, in questo momento impegnato alle Olimpiadi (dove non è però tra i titolari di Menezes), se li accollerà chi ormai spende e spande come bere acqua naturale, magari senza nemmeno preoccuparsi del fatto che questa marea di giocatori in entrata, ai quali non sta corrispondendo un altrettanto dinamico mercato in uscita (4 partenze per fine contratto e un prestito, quello di Bahebeck al Troyes), può causare non pochi problemi al tecnico Carlo Ancelotti il cui lavoro di assemblare questo presunto Dream Team forse non sarà così semplice. Mentre all’estero, tutto questo scucire denaro in allegria altro non fa che aumentare le storture e lo ‘spread’ all’interno del mercato internazionale, e acuisce le percezioni distorte di molti degli osservatori. E con buona pace del FPF, anche se forse Platini, visto il lavoro del figlio, non ha tanta voglia di causare liti in famiglia…

In quanto a casa nostra, la soluzione da intraprendere è una: aver concentrato gli sforzi di questi giorni su un nome che poi ha preso un’altra destinazione non ha pagato, e allora si provveda immediatamente a fare quello che serve davvero. Se questi soldi destinati al Sao Paulo ci sono, questi ora vanno necessariamente rivolti ad un obiettivo solo, ovvero trovare quegli innesti che completino il gruppo. I nomi a sensazione, ormai, vanno lasciati ad altri, quest’anno più che mai il campionato italiano è destinato a premiare chi mostrerà di avere un’idea di gioco fruttuosa e vincente piuttosto che chi ha messo insieme grandi colpi. Le indicazioni offerte nelle prime uscite dagli uomini di Stramaccioni sono complessivamente confortanti, ma è evidente che serve ancora qualcosa, che il disegno di Strama necessita ancora di qualche colore in più.

Moratti ha dichiarato testualmente che l’Inter tornerà a vincere: potenzialmente, specie in un panorama desolato come quello italiano, tutto è possibile. Ma la fortuna aiuta gli audaci e in questo mese conclusivo l’audacia è quello che serve, e va fatta fruttare in fretta; anche perché il tempo non è amico e gli alibi sono ridotti al minimo sindacale…

Sezione: Editoriale / Data: Mar 07 agosto 2012 alle 00:01
Autore: Christian Liotta
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