Lucidata l’Inter più bella nella notte più importante Roberto Mancini, Redivivo Mago, si trova adesso costretto a cambiare di nuovo tutto. La quadratura alla slava gli ha permesso di battere la Roma, principale candidata alla vittoria dello scudetto, ma ora l’allenatore marchigiano deve ridisegnare il suo 11 perché non può permettersi di perdere per strada Mauro Icardi. Ljaijc, Perisic e Jovetic, si è visto, parlano la stessa lingua, insieme, ben orchestrati da Brozovic, forse danno anche di più ma bisogna assolutamente reinserire il bomber di Rosario nell’Inter slavizzata.

Le dichiarazioni del nuovo capitano nel post-partita di Bologna chiaramente non sono piaciute a nessuno ma Maurito alla fine ha solo sottolineato con l’evidenziatore un problema che è sotto gli occhi di tutti: nonostante i 3 gol – un po’ pochini ma comunque un bottino dignitoso - di questo inizio di stagione Icardi è troppo spesso ai margini del gioco dell’Inter e la coesistenza con Jovetic, fino a questo momento, è più un problema che un valore aggiunto in casa nerazzurro. Robymancio deve assolutamente risolvere questo problema, per far fare un salto di qualità ulteriore alla migliore Inter della stagione vista contro la Roma, senza dimenticare l’oggetto abbastanza misterioso Kondogbia. Il francese sta ancora annaspando, alla ricerca di una nuova dimensione all’italiana, fatica, inizia a conoscere i meandri della panchina ma, come abbiamo già sottolineato, l’ex Monaco è un patrimonio troppo importante per il futuro dell’Inter. Recuperare Icardi e Kondogbia senza perdere la quadratura alla slava è adesso la sfida più importante della stagione. 

Chiudiamo con il capitolo Pirlo. Ho provato a fare un sondaggio su twitter, per capire come sia schierato il tifo interista su un possibile ritorno di Pirlo in nerazzurro, risultato: ha vinto il sì ma solo al 55%, a dimostrazione di una vera e propria spaccatura sul ritorno a gennaio dell’ex centrocampista della Juve. Sicuramente a favore di un ritorno di Pirlo parlano i suoi piedi, la qualità che potrebbe portare in un centrocampo in astinenza di geometrie e verticalizzazioni, le sue punizioni e il fatto che potrebbe arrivare già abbastanza fresco, dopo essersi riposato negli States, con la voglia di conquistarsi gli Europei e di togliersi magari anche qualche sassolino dalle scarpe. Di contro parla invece la sua carta d’identità, 37 anni a maggio, e una pancia piena di vittorie e trofei che magari stona con la voglia di tornare protagonisti che regna ad Appiano. Per fortuna la patata bollente spetta al Mancio, che tornato Mago non può certo sbagliare una decisione così importante.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 06 novembre 2015 alle 00:00
Autore: Marco Barzaghi / Twitter: @marcobarzaghi
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