Sono uscito dalla Volkswagen Arena pensando: “perché regalare partita e qualificazione in questo modo?”. Certo c’è ancora la partita di ritorno, nel calcio può succedere qualsiasi cosa, soprattutto quando in campo c’è l’Inter, ma non si può non essere arrabbiati per come è finita la prima sfida con il Wolfsburg. Il problema principale penso che sia la paura, la mancanza di fiducia e consapevolezza di una squadra che si perde da sola in un bicchier d’acqua. Dice bene Mancini quando ripete che "non si possono regalare tre gol agli avversari”, soprattutto se hai di fronte la seconda migliore squadra del campionato tedesco, che in casa è riuscita a battere anche il Bayern Monaco.

A dire la verità il Wolfsburg non mi ha impressionato per niente, una grande squadra però avrebbe dovuto chiudere subito la partita, approfittare delle difficoltà iniziali dei tedeschi che non sapevano cosa fare contro il tridente perfettamente studiato da Mancini per attaccarli nei loro punti deboli. Invece, come è successo a Glasgow e in tante altre occasioni, la giovane Inter si è pian piano fatta intimorire dagli avversari e dai loro tifosi, quasi che non credesse di essere in vantaggio, si è abbassata, ha lasciato progressivamente il campo, permettendo a Naldo e compagni di riorganizzarsi e di trovare il modo di vincere la partita. 

L’altro grande interrogativo che domina la mia mente è quello un po’ di tutti: “perché dare ancora fiducia a Carrizo nella partita più importante della stagione?”. Non ce ne voglia Juan Pablo, che si è fatto sempre trovare pronto al bisogno, tranne naturalmente la doppia frittata tedesca, ma il numero 12 nerazzurro avrebbe potuto benissimo giocare in campionato contro il Cesena, lasciando i pali ad Handanovic per la doppia sfida contro il Wolfsburg. È inutile prendersi in giro, l’Europa League è, ma forse sarebbe più corretto già dire era, l’unico modo per salvare la stagione e provare a tornare in Champions, quindi si sarebbe dovuto giocarla con gli uomini migliori, con Handanovic in porta e lasciare a Carrizo un campionato in cui l’Inter al momento non è neanche in zona Europa League.

Capisco che Mancini cabbia voluto premiare il suo secondo portiere ma se hai un Top come Samir non puoi permetterti di lasciarlo fuori in una partita così determinante, soprattutto non se lo può permettere questa giovane Inter, che va così facilmente in difficoltà. Per la partita di ritorno, per cercare l’impresa penso quindi che sia auspicabile rimettere tra i pali Handanovic e dare invece subito a Carrizo l’occasione di riscatto contro il Cesena. Chiaramente non tutto è ancora perduto, come ripetono i giocatori, l’Inter proverà un’impresa da tempi d’oro, ma la sensazione è che in Germania sia andata in archivio una stagione quasi da cancellare perché quello che rimane dalla trasferta tedesca è la convinzione che non si possano regalare partite del genere.

Adesso ci si gioca tutto in poco più di una settimana, Cesena e soprattutto Wolfsburg e Sampdoria. Come diceva un vecchio amico Dejan Stankovic, “servono cuore caldo e testa fredda”.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 14 marzo 2015 alle 00:00
Autore: Marco Barzaghi / Twitter: @marcobarzaghi
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