Dipende. Da che punto guardi il mondo, in casa Inter, tutto dipende. Il relativismo che negli ultimi tempi ha preso piede in ambienti nerazzurri sta lasciando i tifosi in uno stato di tensione senza precedenti verso un qualcosa di cui non si ha conoscenza oggettiva. Da qualche giorno, infatti, anche il valore precedentemente assoluto dell'approdo in Champions League come cambiamento dello status del club è diventato relativo: a detta di Piero Ausilio, infatti, il ritorno dell'Europa che conta porta "qualcosa in più porta dal punto di vista economico, ma non cambierebbe niente dal punto di vista tecnico". Contraddizione in termini, a meno che le squadre competitive si costruiscano senza soldi. Secondo il direttore sportivo della Beneamata, "l’ambizione di Suning rimarrebbe la stessa. Poi è normale che la Champions qualche milione di euro lo sposta. L’Inter che è nata vuole durare nel tempo, non fare solo una stagione: vogliamo fare qualcosa di importante. Quest’annata resta positiva e può diventare ottima in caso di quarto posto ma è un grande punto di partenza anche per i prossimi anni".

Il punto è che continuare a parlare di aspirazioni del grande impero cinese che comanda l'Inter, puntualmente soffocate dal realismo finanziario imposto da Nyon, ormai è diventato argomento di trattazione vissuto dal popolo dal cielo e della notte come il più ferreo degli alibi dietro al quale nascondere un impegno non propriamente da società che vuole tornare ai vertici del calcio europeo. E, in fin dei conti, suona molto strano voler riportare in auge i vecchi fasti senza poter accedere al più presto dalla porta principale che affaccia sul Vecchio Continente: lo sanno tutti, da Zhang Jindong in giù, che la velocità con cui Luciano Spalletti tornerà ad appropriarsi del destino vincente dell'Inter è legato indissolubilmente al concludere la stagione al quarto posto. L'evidenza di questo assioma è riconosciuta maggiormente fuori dai portoni di Corso Vittorio Emanuele II, nei luoghi sparsi per attorno al globo in cui alcuni diretti interessati alle sorti dell'Inter fanno notare un giorno sì e l'altro pure che quello che sarà nel 2018-2019 passa fatalmente dalle ultime due partite: lo sa Mazinho, padre di Rafinha, che recentemente ha sottolineato ai microfoni di Cadena Ser che la permanenza a Milano del figlio e assistito: "Dipende dall'Inter. Dipende se il club si qualifica per la Champions e se è contento del giocatore".
Parole a cui, pochi giorni dopo, ha fatto eco lo stesso centrocampista brasiliano parlando a Globoesporte: "Sono molto felice all'Inter. Il mio pensiero è di continuare, ma non dipende da me. Dipende da Inter e Barcellona". Del medesimo discorso, pur non avendo alcun rapporto che lo lega all'ex centrocampista brasiliano, ne è venuto a conoscenza anche un signore che abita a 11mila e rotti chilometri di distanza dal capoluogo lombardo, quel Victor Blanco, presidente del Racing, che non si è ancora arreso all'idea di coccolarsi Lautaro Martinez fino a dicembre, sei mesi oltre gli accordi precedentemente presi con la controparte: "Dipenderà molto dall'Inter, dobbiamo essere rispettosi di ciò che il giocatore ha firmato con loro; dipende da molte cose, specialmente se saranno qualificati o meno in Champions".

Dipende, insomma, ma da chi dipende? Certamente dalla Uefa con il suo Fair Play Finanziario che a breve dovrebbe essere rivisitato, senza dubbio anche da Suning e dall'intervento necessario della famiglia Zhang sul mercato estivo per migliorare la rosa. Cronologicamente, però, è tutto nei piedi di Icardi e compagni, come ha fatto notare Milan Skriniar senza usare giri di parole: "Siamo ancora vivi, adesso tutto dipende da noi. Mancano due partite in cui dobbiamo dare tutto, il massimo, e dobbiamo assolutamente vincere per raggiungere il sogno".
Dipende tutto dalla squadra che con Spalletti che ha fatto 13 punti in più rispetto alla disastrosa, scorsa annata, anche - se non soprattutto - potendo contare sulla presenza di giocatori non di proprietà come Rafinha e Cancelo. La cui dipendenza è stata certificata dalla divisione tecnica dell'Inter: "Io sono convinto che questa Inter sia migliore rispetto a quella di ottobre o novembre quando eravamo nei primi posti – ha detto Ausilio a Premium Sport - Questa cosa farà sorridere ma è così ed è una valutazione che condivide anche il mister".

Tutti concordi, quindi, sull'ultimo punto: l'organico attuale (con i due giocatori in prestito suddetti nel motore) vale il 4°-5° posto, al netto della disputa di una Coppa che l'anno prossimo è sicura. Tutti, nessuno escluso, può asserire che non ci sia differenza tra il chiudere nella top 4 o immediatamente sotto. Solo dopo il riconoscimento del valore di questa verità assoluta, che nessun relativismo di comodo può contraddire, l'Inter potrà definirsi indipendente. Con in mano il pass europeo, sacro Graal che manca dal 2012, l'Inter si libererà dai tanti 'dipende' che la circondano. 

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Sezione: Editoriale / Data: Gio 10 maggio 2018 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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