Via Eto’o, il balletto delle punte può proseguire, con la consapevolezza che il tempo a disposizione per completare il reparto offensivo sta per terminare. Servirà un bel tour de force a Marco Branca e Piero Ausilio per definire le ultime cessioni e gli arrivi che regalino un sorriso a Gasperini e facciano pesare meno l’addio del camerunese. Tra i nomi in lista d’attesa c’è come sempre quello di Carlos Tévez, nonostante dal club non abbiano mai confermato questa ipotesi e lo stesso Moratti, in un momento di presunta sincerità, lo abbia definito un obiettivo difficile da raggiungere. Motivo? Il costo, semplicemente. Sulle doti del giocatore nessuno ha dubbi, è un fuoriclasse che, nell’ambiente ideale, può fare sfracelli tra le difese avversarie. Sulla sua duttilità tattica le premesse sono positive considerate le caratteristiche tecnico-fisiche, poi sarà Gasperini a spiegargli il lavoro da svolgere. Qualche perplessità la offre il lato caratteriale: Carlitos non è propriamente un pezzo di pane, ha sangue caliente e a volte questa caratteristiche gli si ritorce contro e si traduce in scontri con avversari, reazioni plateali o agonismo oltre le righe. Fuori dal campo, poi, è uno che non le manda certo a dire, come negli ultimi tempi in cui ha reso nota senza troppi giri di parole la volontà di andarsene dal Manchester City, spiazzando dirigenza e Mancini.

Lo scoglio principale, però, è il costo dell’operazione, totalmente in contraddizione con la politica societaria nerazzurra. I 45 milioni che pretende il City sono inaccettabili, sullo stipendio, alla luce della disponibilità dell’Apache a ridurselo, si può lavorare serenamente. Il difficile sarà convincere lo sceicco Mansour a cercare altrove liquidità per finanziare la sua faraonica campagna acquisti. Nonostante denaro fresco derivante dalla cessione di Eto’o, infatti, Moratti non vuole investire cifre esagerate sul suo sostituto, per quanto Tévez gli piaccia non poco e abbia il benestare da tutta la colonia argentina di Appiano Gentile. Pertanto, la linea strategica dell’Inter resta la solita: il bomber arriverà solo in prestito (anche oneroso), con diritto di riscatto a fine stagione fissato a non oltre 20-25 milioni di euro. Prendere o lasciare, insomma. Parafrasando uno spot assai in onda nelle ultime settimane, l’offerta interista potrebbe essere così indicata: 10 euro, e in prova fino a maggio 2012.

Il prestito oneroso ovviamente implica un esborso di almeno un paio di milioni, ma in linea di massima sono queste le intenzioni del club milanese, che non vuole farsi prendere per il collo in una situazione assolutamente favorevole. Tévez infatti vuole andarsene dall’Inghilterra e per l’Inter sarebbe disposto a ridursi l’ingaggio. Lo sceicco rischierebbe di trovarsi a libro paga (9 milioni a stagione, mica buoni pasto…) un giocatore scontento, con la testa altrove e poco costruttivo per lo spogliatoio. Un problema per Mancini, in altre parole. Inoltre, la volontà e la spinta dell’Apache sono uno strumento perfetto a vantaggio dell’Inter, che integrerebbe l’argentino nella propria rosa solo se fosse un affare finanziario. Sarebbe infatti assurdo spendere vagonate di milioni di euro investendole su un calciatore ai margini della sua squadra e in cerca di rilancio personale. Se poi la cifra spesa dall’Anzhi per Eto’o è il parametro cui fare riferimento, la richiesta del City non ha senso.

Per concretizzare questa operazione servirà pazienza, è negli ultimi giorni di mercato che la fretta e l’ansia obbligano le parti in gioco a prendere delle decisioni, anche obbligate. L’Inter se la giocherà così, attendere la controproposta del Manchester City con la serenità di chi ha tutto da guadagnare e poco da perdere. Nel frattempo, però, la dirigenza nerazzurra dovrà completare la rosa, facendo in modo che Tévez possa essere la ciliegina sulla torta consegnata a Gasperini, non l’elemento cardine della nuova Inter.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 21 agosto 2011 alle 00:01
Autore: Fabio Costantino
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