Tutti aspettano Gabriel Barbosa Almeida. Eventualmente ci sarà tempo per chiamarlo Gabigol. La maggior parte dei tifosi interisti si sta domandando la stessa cosa in questo periodo: perché il giovane talento brasiliano non sta trovando spazio? Parole, supposizioni, critiche nei confronti dei più (soprattutto De Boer) e una risposta non facile da individuare. Personalmente credo che tutto possa essere riassunto in due punti. Il primo di natura tecnico-tattica, il secondo di natura caratteriale e di atteggiamento.

Si parte dall'assetto. Il modulo maggiormente utilizzato fino a questo momento (il 4-2-3-1 o 4-4-1-1 a seconda delle situazione di gioco) non è sicuramente il più adatto per le sue caratteristiche, in quanto non prevede un vero e proprio partner per il centravanti. Nel ruolo di 10 è stato quasi sempre impiegato Banega. Certamente 'anarchico', ma sicuramente più adatto per fungere da collante tra centrocampo e attacco. L'ex Santos è una seconda punta che dovrebbe agire molto vicino a Icardi, ma per il momento le varie formazioni schierate non hanno portato a una soluzione di questo tipo. Almeno in partenza (discorso diverso a gara in corso, soprattutto con l'Inter in svantaggio).

In secondo luogo, si parla molto della squadra-base, dell'undici-tipo e dello zoccolo duro che dovrebbe avere qualsivoglia squadra. L'Inter, nel bene o nel male, non ha mai cambiato tanto in questa prima di stagione, e in sfavore di Gabriel gioca il fatto che, là davanti, ci sono varie soluzioni importanti, con interpreti più forti e pronti da tempo per lasciare il segno nel campionato italiano. Tutto ciò, ovviamente, al netto dell'età del brasiliano (parliamo di un classe '96). Questo è bene sottolinearlo.

Candreva, lo stesso Tanguito, Perisic, Eder (e forse anche Jovetic) possono offrire di più, e a questo vanno aggiunte le enormi difficoltà generali riscontrate finora, in un contesto che mal suggeriva l'inserimento immediato di un giovanissimo. Pertanto certe critiche riservate all'ex Ajax per i soli 16' concessi (match interno contro il Bologna dello scorso 25 settembre) forse stonano. Anzi, sicuramente. Sia per l'analisi di cui sopra, ma anche per questioni di abnegazione e atteggiamento. Proprio come accennato in apertura.

Allenamenti non sempre affrontati nel modo giusto, qualche giocata inutile e umiltà non totale nell'affrontare il lavoro quotidiano. Insomma, fin troppa la superficialità palesata. Questo quanto trapelato da varie parti, e non è un caso che FdB lo abbia utilizzato così poco, come non sono casuali le dichiarazioni del direttore sportivo Ausilio in occasione della trasferta di Genova ("Da lui pretendiamo di più"). Quindi le critiche verso De Boer per la gestione-Gabriel non hanno alcuna base. Anche perché qualcuno si è dimenticato che parliamo di un allenatore che ha sempre lavorato con i giovani, e che non avrebbe avuto alcun tipo di problema nel lanciarlo nel calcio italiano. Evidentemente qualcosa non tornava. Tutti i torti, l'uomo di Hoorn, non li aveva.

Vedremo se Pioli riuscirà a 'catechizzare' il 20enne di São Bernardo do Campo e a dargli il giusto minutaggio. Non sarà ovviamente una priorità, perché per mettere la parola 'fine' a questo periodo nero serviranno i chilometri, gli assisti e i gol dei vari Icardi, Candreva e Perisic, ma uno dei compiti che verosimilmente la società chiederà al tecnico di Parma sarà proprio questo. Al contempo il giovane dovrà fare un bel passo in avanti, in primis a livello comportamentale. Altrimenti un bel prestito in provincia potrebbe fargli più che bene. Tutti aspettano Gabriel Barbosa Almeida. Eventualmente ci sarà tempo per chiamarlo Gabigol.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 09 novembre 2016 alle 00:00
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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