Serve prendere in prestito il gergo ‘Buffiano’ per andare a descrivere il momento delicato che vivono i direttori sportivi dell’Inter Piero Ausilio e Walter Sabatini. “Da solo sull’isola” fu un’esclamazione coniata dall’esperto commentatore sportivo Federico Buffa per esaltare la prestazione di Kobe Bryant ‘abbandonato’ dai suoi compagni dei Lakers in gara 5 delle Finals NBA del 2010 contro gli acerrimi rivali di Boston. Il Black Mamba, a cavallo tra il secondo e il terzo periodo di gioco, infilò 23 punti consecutivi per non permettere che la sua squadra affondasse sotto i colpi ripetuti dei Celtics. Unico dei suoi a segnare, da qui la solitudine figurata di cui sopra. Ausilio e Sabatini in questa finestra di mercato sono proprio come Kobe: lasciati al proprio destino, senza alcun aiuto, nel tentativo di tenere a galla le ambizioni stagionali dell’Inter e regalare al suo primo tifoso, Luciano Spalletti, dei remi nuovi per giungere sani e salvi alla riva europea. Senza un soldo.

Il compito dei due dirigenti nerazzurri è di quelli particolarmente ostici: condannati a nuotare nelle torbide acque del mercato con due braccioli a supporto, cercando di contrapporsi a vere e proprie flotte navali, e portare sul proprio isolotto (l’Inter) giocatori che facciano la differenza, in un’epoca storica nella quale le logiche economiche del calciomercato sono andate definitivamente inabissandosi con le folli conquiste arabe, spagnole e inglesi. Se le grandi spendono e spandono, le piccole pretendono, di conseguenza, che i cartellini dei propri giocatori vengano valutati secondo gli standard del momento. I margini di manovra devono essere studiati e valutati con ampio anticipo, per non fare un buco nell’acqua (tanto per restare in tema) e assicurasi un innesto valido e utile. 

Solo che di giocatori ne servirebbero almeno quattro: decisamente troppi per chi sperava di avere almeno una barcarola che consentisse loro di muoversi con maggior facilità. L’imbarcazione/extrabudget però non arriverà, nessuno gli porgerà la mano per trainarli o sprecare meno energie, come successe a Kobe. Sarà dunque in questi ventuno giorni di campagna acquisti rimanenti che la missione di Ausilio e Sabatini assumerà i contorni dell’impresa epica. E poco importa se al posto di quattro innesti ne arriveranno solo tre, o due, dopo tutti gli sforzi. Perché Bryant quella partita la perse, ma alla fine il titolo fu dei Lakers.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 10 gennaio 2018 alle 00:00
Autore: Filippo M. Capra / Twitter: @FilMaCap
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