Spesso si cade nell'esagerazione o nell'esaltazione, ma non è questo il caso. Può essere che questo editoriale possa far storcere il naso a molti, soprattuto ai tifosi di altre squadre, ma oggi al mondo esistono pochi laterali sinistri come Federico Dimarco. Il gol siglato e la prestazione fornita contro l'Olanda, nella finalina di Nations League con la maglia della Nazionale azzurra, sono l'ulteriore conferma di una crescita davvero incredibile. 

La stagione appena terminata ha consacrato Dimarco nel palcoscenico europeo e mondiale. Con l'Inter ha collezionati numeri davvero importanti (6 gol e 11 assist in 50 presenze), ma soprattutto è sempre stato uno degli uomini chiave e più decisivi nel 3-5-2 di Inzaghi. E pensare che la svolta è arrivata proprio in Nazionale a fine settembre, con Mancini che lo ha schierato contro Inghilterra e Ungheria esterno sinistro di centrocampo, mentre l'Inter faticava in campionato e Inzaghi era ancora alla ricerca della sistemazione tattica più idonea a Dimarco, utilizzato più come "sostituto" di Bastoni come braccetto di difesa a sinistra, nonostante la partenza di Perisic. Le prestazioni fornite in Nations League e la mancata esplosione di Gosens hanno consegnato al tecnico nerazzurro un giocatore praticamente nuovo.

E' stato lui stesso ad ammetterlo in una recente intervista prima della finale di Champions League contro il Manchester City. "Le partite con la Nazionale mi hanno cambiato e ci aggiungo anche quella contro il Barcellona nello stesso periodo. Sono state partite che mi hanno reso un giocatore completamente diverso. Quando giochi sempre, fai partite importanti, acquisisci fiducia e consapevolezza nei tuoi mezzi. Per me è stata una svolta, a livello mentale, a livello di prestazioni. Per arrivare a certi livelli devi farne tante di quelle partite. Quando le giochi ti rendi conto di dove sei". 

Un punto di svolta per Dimarco che, appena tornato a Milano dopo gli impegni con la Nazionale, ha trovato la prima rete in campionato contro la Roma e l'assist contro il Barcellona in Champions League. Da lì la sua stagione ha preso praticamente il volo: la doppietta super contro il Bologna, il gol contro il Milan nella finale di Supercoppa, la rete decisiva contro la Juve nella semifinale di Coppa Italia, ma anche tanto altro. Fino alla finalissima di Champions League contro il Manchester City, dove Dimarco è risultato alla fine dei 90 minuti, delusione a parte, uno dei migliori dei nerazzurri. Una prestazione che non è passata inosservata all'estero.

La favola di Dimarco ha poi qualcosa di romantico e ha origine dalla Curva Nord, lì dove Federico seguiva tutte le partite dell'Inter quando era ragazzino. Il ragazzino ora è diventato uomo e, armato di microfono, comanda quella stessa Curva lanciando cori ogni qualvolta la squadra di Simone Inzaghi si ritrova a celebrare un successo importante o un traguardo prestigioso come la vittoria contro il Milan nell'euroderby di Champions League. Una favolosa storia d'amore. 

E' vero, Dimarco ha ancora ampi margini di miglioramento, soprattutto in fase difensiva, ma dopo tanta gavetta ha coronato il suo sogno ed è diventato titolarissimo nella sua squadra del cuore. Un sinistro come il suo ce lo invidiano in tutto il mondo ed è da giocatori come lui che l'Inter deve ripartire. Federico Dimarco è il presente e il futuro dell'Inter, ma anche il presente e il futuro di una Nazionale che ora deve tornare ad essere Grande. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 19 giugno 2023 alle 00:00
Autore: Raffaele Caruso
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