Inizia così la famosa canzone scritta e musicata da Roberto Mancini e riadattata anni or sono dal grande Lucio Dalla. Le necessità di questa opera nascono dall’ultimo deludente incontro di campionato che l’Inter ha malamente perso contro la Lazio, in quella fredda notte del 20 dicembre scorso. Una sconfitta insana, che ha riportato alla memoria le annate precedenti: una squadra allo sbaraglio, senza un Comandante, anzi, con il Comandante Felipe Melo nella più bella versione di Francesco Schettino. Poi ci si è messo di mezzo anche il Natale, che ha regalato alla stampa ben 15 giorni per poter scrivere in termini e modi che non accadevano da ben quattro mesi, dalle irridenti amichevoli estive che vedevano l’Inter soccombere contro Milan, Sassuolo e persino Lecco. E visto che nella casa del Mancio le tradizioni si rispettano ancora, quale occasione migliore del Natale per scrivere una lettera a Babbo Thohir?

Più che una lettera è sembrata una lista della spesa. Almeno seguendo le direttive dei giornali che hanno spolverato una rosa di una trentina di nomi. Da Lavezzi, per cui ci sarà un vertice al termine dell’amichevole di questo pomeriggio contro il Psg confermato dallo stesso tecnico, disposto anche ad abbassarsi lo stipendio per vedere il Pocho in nerazzurro, a Feghouli, che avrebbe addirittura firmato un pre-accordo con l’Inter, passando per Pirlo, ma il Comin’ home non sembra affascinarlo, Diarra, che dopo aver riconquistato la Nazionale potrebbe arrivare in nerazzurro addirittura gratis, Fabregas, che sta prendendo la forma delle panchine di Stamford Bridge, Eder, per il quale Ferrero pare abbia chiesto al filippino anche del sushi e un ristorante cinese, Calleri, che sembrava già essersi vestito con i colori della Beneamata e ora sembra lontano 3 milioni, per terminare con un altro vice Icardi, due terzini di spessore e le amiche di Brozovic per nuovi storici #Epic.

Una rivoluzione degna di una squadra ventesima in classifica, che giustifica pienamente il malcontento all’interno dello spogliatoio. Jovetic e Ljajic contro tutti, Icardi contro Melo, Mancini furioso e quasi rassegnato a dover vivere un’altra annata al di sotto delle attese. Poco importa che, nei fatti, la classifica si sia letta al contrario.

Per fortuna, a far da cornice all’arrivo dell’Inter a Doha, la nuova Appiano qatariota, ci sono solamente sorrisi e voglia di migliorarsi. Lo stesso mister, assieme a Occhio Nero Jovetic (per i pugni che sarebbero volati nel post-Lazio tra i due), nella conferenza stampa di ieri hanno pensato bene di smorzare toni e modi dell’accaduto. Un gesto importante, quello della società nerazzurra di scegliere proprio il montenegrino al fianco di Roberto Mancini per presentare la prestigiosa amichevole di quest’oggi, segno che tutti, da presidente ai magazzinieri, remano dalla stessa parte.

Un gesto, sottolineato da pochi, a cui hanno fatto seguito proprio le parole dei due protagonisti. "Non è successo assolutamente niente. Non credo che dopo una sconfitta si rida e si scherzi in uno spogliatoio. Chiaramente può esserci un po' di nervosismo, ma non è successo nulla. Nessun giocatore si è comportato male e nessuno prenderà delle multe, niente di niente", queste le parole del tecnico marchigiano, precedute da quelle dell’ex Manchester City: "Ho letto mille cose e sinceramente sono rimasto sorpreso. Abbiamo perso, quando si perde nessuno è felice; ma non è successo nulla, se fosse capitato qualcosa avrei parlato. Ma non è successo niente, l'importante è essere tranquilli all'interno della squadra. Poi i giornali parleranno sempre, ma in queste cose non entro".

E' nel prossimo mese che si vedrà davvero che ruolo potrà recitare questa squadra. Tornare lassù ha dato fastidio a molti, ogni passo falso sarà accolto con grande fervore dalla critica ed è qui che si dovrà vedere il carattere dell'Inter. Il mercato, mai come quest’anno, non dovrà preoccupare i calciatori già presenti in rosa. Ausilio, Mancini e Thohir sono stati chiari: arrivi ce ne saranno solamente se qualcuno chiederà di essere ceduto. Difficilmente vedremo i movimenti dello scorso gennaio, dove ad Appiano ne arrivarono ben cinque. Al resto deve pensare il tecnico, bravissimo in questi mesi a creare un gruppo eccezionale facendo sentire importanti proprio tutti. Ora dovrà dimostrare di essere 'grande', tenendo in mano uno spogliatoio storicamente difficile contro quelle destabilizzazioni dall’esterno che, se i risultati ottenuti fino ad oggi saranno confermati, sono destinate ad aumentare.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 30 dicembre 2015 alle 00:00
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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