Un rimpallo, una posizione al limite e Palito, l’acquisto fino a stasera più deludente dell’ultimo mercato, cambia la storia di una partita e forse di una stagione. Il gol di Pereira scaccia i fantasmi e riporta l’Inter sulla terra, la risveglia con uno schiaffo in faccia, dopo un primo tempo che sembrava un'altra maledetta storia a tinte neroazzurre, questa volta anche lontano da San Siro. Brutti, concreti e cattivi. Provinciali o no “chissenefrega”. Contro il Chievo l’importante era solo e soltanto tornare a vincere e ritrovare un po’ di sicurezza. L’inizio degli Strama’s sembra infatti un altro incubo, un colpo di reni di Handanovic, un’ancata di Juan Jesus e i tacchetti di Samuel stampati su Pellissier.

Le maglie gialle viaggiano a mille e fanno male con le loro scorribande, mentre l’Inter, nonostante il 3-5-1-1, fa sempre una fatica incredibile a costruire gioco, con Milito più solo che mai in attacco. Poche idee, tanti errori, nervosismo e gambe molli, sembra essere tornati al medioevo ranieriano, con Sneijder che dura solo 23 minuti e torna fragile proprio come succedeva ai tempi dell’Aggiustatore, mentre Pellissier in versione gentiluomo continua ad accarezzare Handanovic. Bisogna aspettare il minuto 33 per vedere il primo in tiro in porta dell’Inter con Guarin: troppo poco.

Il pensiero non può che andare alla Fiorentina, prossima avversaria dei nerazzurri, per quello che la coppia Pradè-Montella è riuscita a costruire in così poco tempo: una differenza sostanziale e un punto di domanda preoccupante: chi dovrebbe costruire il gioco interista?. Quando proprio le critiche e i commenti si sprecano arriva il condor Palito che rimette tutte le cose al loro posto. Nel secondo tempo l’Inter sembra solo un po’ meno nervosa, cerca di addormentare il gioco, i progressi sono minimi. Una sicurezza è invece quella della maglia numero 1 di Terminator Handanovic: sembra un robot per come lancia i suoi guantoni da una parte all’altra della sua porta e salva la partita.

I nerazzurri si difendono e provano a ripartire, esattamente come avevano fatto a Torino e non è un caso che, proprio come all’Olimpico, arrivi il gol della sicurezza di Cassano. 0 a 2 anche a Verona, quinta vittoria esterna consecutiva su 5 partite, ancora senza prendere gol e finalmente Stramaccioni si concede un sorriso. Una risata che lo “Specialone all’amatriciana” si può fare tranquillamente in faccia ai gufi e a chi critica e criticherà la sua Inter fredda e risoluta. E’ però una vittoria che non deve illudere, Strama lo sa più di tutti, c’è ancora molto ma molto da fare. Essere brutti, concreti e cattivi non può bastare.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 27 settembre 2012 alle 00:00
Autore: Marco Barzaghi / Twitter: @marcobarzaghi
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