Che Zlatan Ibrahimovic fosse un volpone, questo lo sapevamo già molto bene. Le sue parole di qualche giorno fa per accendere qualche discussione intorno al match di mercoledì prossimo a San Siro ("Da quando sono arrivato io l'Inter ha vinto 3 scudetti, prima non vincevano da 17 anni"), sembrano aver avuto l'effetto sperato: caricare di tensione la partita, tanto che Marco Materazzi ed Amantino Mancini si sono scomodati per rispondere per le rime al nuovo attaccante del Barcellona. Forse, però, le provocazioni del bomber di Malmoe hanno avuto anche un altro scopo, probabilmente meno desiderato, cioè quello di distogliere l'attenzione della squadra di Mourinho dal prossimo turno di campionato, che andrà di scena domani pomeriggio, e che verrà prima dell'affascinante sfida di Champions contro i blaugrana. Magari l'atmosfera che si respirerà domani al Meazza non sarà quella che invece sentiremo mercoledì, ma la sfida contro il Parma di Francesco Guidolin, a mio avviso, è altrettanto importante, se non addirittura di più.

Certo, va riconosciuto che la partita contro il Barcellona, occasione per rivedere Ibra a San Siro (sotterrato dai fischi?), potrebbe risultare un crocevia psicologico per questa Inter: una vittoria finirebbe per aumentare la consapevolezza nei propri mezzi, e la voglia di continuare a stupire dopo il trionfo nel derby che ha rianimato la squadra dopo il deludente pareggio interno contro il Bari, alla prima di campionato. Ma proprio per evitare un'altra disfatta interna, come quella contro i pugliesi, che porterebbe già numerosi organi di stampa a titoli del tipo 'L'Inter non sa vincere contro le piccole', Josè Mourinho dovrà essere abile a mantenere i suoi concentrati per la partita di domani, contro un Parma che ha iniziato benissimo la stagione, grazie ad una grande campagna acquisti abilmente orchestrata dal presidente Ghirardi e da Pietro Leonardi, e che si ritrova un bomber in forma strepitosa come Alberto Paloschi, che Balotelli conosce bene in quanto suo compagno di reparto in Under 21 e grande amico. Dunque, una vittoria contro i ducali è tutt'altro che scontata: servirà tanto impegno ed altrettanta umiltà per sconfiggere la banda Guidolin, vogliosa di stupire ancora, ed in questo caso sta allo Special One gestire bene i suoi ragazzi: se ci sarà turnover, bisognerà gestirlo nella maniera migliore, magari dando fiducia a Balotelli dal primo minuto senza però snaturare il gioco della squadra, ma il lavoro più arduo per il Mou sarà sotto il profilo mentale.

La squadra, come normale che sia essendo formata da esseri umani, è già proiettata alla grande sfida contro il Barça, ma il tecnico di Setubàl, con i suoi efficaci metodi già testati in altre occasioni (ricordate la vittoria a Bologna qualche giorno prima di Inter-Manchester United?), dovrà mantenere i suoi ragazzi con i piedi ben saldi per terra, facendogli capire l'importanza della sfida di domani. I punti in palio sono importanti per impedire alla Juventus una prima mini-fuga, dunque servirà grande concentrazione per stendere questo Parma e mentalizzarsi al Barcellona, senza però farsi trarre in inganno dal volpone Ibrahimovic: ricordate quando disse, in vista di Juventus-Inter, che i fischi della gente lo avrebbero solo caricato? Beh, per due occasioni disse così, venne fischiato entrambe le volte, e non toccò palla. Adesso non ha parlato più dei fischi del suo ex pubblico, che stavolta è tinto di nerazzurro, forse per timore che vada a finire nello stesso modo: grande riconoscenza per lui, ma qualche fischio sportivo per un avversario potrebbe fargli male, e potrebbe dimostrare che la gente di San Siro non è vittima di una vecchia volpe. Ma tutto questo verrà dopo: adesso, ascoltatemi, conta solo vincere con il Parma, per ricominciare a cantare presto quel fantastico coro che recita "La capolista vola"...

Sezione: Editoriale / Data: Sab 12 settembre 2009 alle 08:00
Autore: Fabrizio Romano
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