I calciatori, una volta idoli delle folle, ma ora solo esseri funzionali a vincere (o perdere) le partite dopo la possibilità di cambiare squadra quando e come vogliono, hanno però un immagine che non è cambiata nel tempo. Nel privato erano e sono considerate persone superficiali, interessate veramente solo al loro conto in banca, incapaci di poter affrontare le difficoltà quotidiane che offre la vita, come invece sono costretti a fare i comuni mortali. Fortunatamente abbiamo scoperto che non è proprio così.

A Roma, ad esempio, è noto come da tempo Francesco Totti sia un campione di beneficenza verso chi è meno fortunato e che solo la grande notorietà di quello che è stato uno dei più grandi giocatori italiani del dopoguerra, non abbia permesso che tali azioni non fossero pubblicizzate, come Totti avrebbe invece voluto. All'Inter, dove la solidarietà è da sempre parte integrante della politica del club, nei giorni scorsi ha meritato applausi a scena aperta Antonio Candreva. L'esterno nerazzurro ha fatto qualcosa ancora più importante e meritoria delle opere di beneficenza preparate e organizzate. Candreva ha letto i giornali, ha visto i tg, ha ascoltato i notiziari radiofonici e ha saputo che in un asilo italiano, precisamente a Minerbe, in provincia di Verona, una bambina di otto anni non poteva mangiare come i suoi compagni perché la famiglia non aveva i soldi per pagare i buoni pasto. E allora solo un pacchetto di cracker e una scatoletta di tonno per lei che è scoppiata a piangere dopo aver visto che gli altri bambini potevano consumare un pasto normale e lei no, colpevole di essere povera. Saputo il fatto, Candreva ha telefonato di persona al sindaco di Minerbe, ha voluto conoscere ancora più nel dettaglio la vicenda e ha deciso di pagare di tasca sua non solo la retta della bambina in questione, ma anche di altri trenta bambini appartenenti a famiglie italiane e straniere in ritardo sulla retta scolastica.

È chiaro che per un calciatore di serie A e con l'ingaggio di Candreva, lo sforzo economico è praticamente irrisorio. Assolutamente non scontata invece, la sensibilità mostrata da un ricco giocatore verso un fatto di cronaca triste e che sicuramente ha una quotidianità devastante. Candreva si è voluto staccare dal suo mondo ovattato e dorato perché, evidentemente, è riuscito a non diventarne schiavo. Può azzeccare o sbagliare un cross, può infastidirsi per essere uscito dalla cerchia dei titolarissimi, può rispondere con un gesto di insofferenza ai fischi del popolo tifoso. Ma poi, a casa, dimostra di essere una gran bella persona. Buona, solidale, generosa. Che certo si gode il denaro che guadagna, ma non dimentica che esistono tanti suoi simili che quel denaro non lo hanno mai visto e mai lo vedranno. Viva Antonio Candreva, dunque. Sarebbe bello se già domani a Frosinone e poi sabato 20 a San Siro in occasione della sfida con la Roma, i tifosi, nerazzurri e non, lo omaggiassero per un gesto che, ripeto, ha un grande significato per la sensibilità mostrata.

Intanto l'Inter, reduce dal tutto sommato giusto pareggio interno con la forte e bella Atalanta, si appresta alla trasferta in terra ciociara come terza con cinque punti di vantaggio sulla quarta posizione occupata da Milan e Atalanta, sei sulla Roma e otto sulla Lazio che però deve recuperare la gara all'Olimpico con l'Udinese. A sette giornate dal termine del campionato ci si può accontentare visto che, purtroppo, al momento lo scudetto dell'Inter, e non solo, si chiama un piazzamento tra le prime quattro che permetta di disputare quella Champions League divenuta indispensabile per poter continuare a crescere, per cercare di tornare, a breve giro di posta, a lottare per vincere qualcosa. Dalla prossima stagione non dovrà più essere il festeggiamento di un piazzamento l'obiettivo di un club come l'Inter, serve il salto di qualità che una proprietà economicamente forte e ambiziosa come Suning, ha il dovere di compiere per non deludere milioni di tifosi che nell'Inter continuano a credere e a immedesimarsi. Ma ora, come detto, guai a dilapidare nuovamente il vantaggio acquisito.

Fa ben sperare che, nonostante il caos per la vicenda Icardi e le continue voci su chi sarà il prossimo allenatore, dando per scontato quindi che sulla panchina nerazzurra non siederà più Luciano Spalletti, in campo si presenti comunque un gruppo compatto. Non esiste purtroppo una continuità di prestazione, ma l'impegno e la voglia di remare dalla stessa parte non mancano.

Domani, al “Benito Stirpe” di Frosinone, che presenterà un'autentica bolgia dopo le due vittorie consecutive che lasciano ancora speranze di salvezza alla squadra di Baroni, tornerà a disposizione Lautaro Martinez. Reduce da un infortunio e sotto diffida, il giovane attaccante argentino dovrebbe partire dalla panchina con Mauro Icardi ancora titolare dal primo minuto per la terza gara consecutiva. Ma le gerarchie in attacco sembrano cambiate, Spalletti è stato chiaro indicando in Lautaro l'attaccante totale che cerca e che evidentemente non ha trovato in Icardi, al netto delle vicissitudini che hanno accompagnato Mauro dopo la decisione di toglierli la fascia da capitano. Sarà interessante sapere quale sarà la scelta definitiva da qui a fine stagione. Come sarebbe interessante vedere Mauro Icardi e Lautaro Martinez, guidare insieme l'attacco nerazzurro. Un re dell'area di rigore, affiancato da un altro rapace del gol capace però anche di girare intorno a aprire spazi. L'Inter che vuole la Champions avrebbe bisogno di tutti quelli forti. A prescindere dal modulo.

VIDEO - ALLA SCOPERTA DI... - PEDRO DE LA VEGA, LA NUOVA PROMESSA ARGENTINA 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 13 aprile 2019 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
vedi letture
Print