Erano anni, troppi, che l'Inter non arrivava a due giornate dal termine del campionato con la possibilità di giocarsi qualcosa di importante. In questo caso di estremamente importante, visto che si tratta dell'ingresso in Champions League, manifestazione che in casa nerazzurra manca dalla stagione 2011-2012. E si tratta dell'ultima italiana ad aver conquistato la Coppa dalle grandi orecchie. Non averla più onorata, dopo troppo poco tempo trascorso dalla magica notte di Madrid, ha tolto lustro alla gloriosa storia nerazzurra.
Ora, però, c'è la possibilità reale di tornare a calcare un palcoscenico che dovrebbe essere abitudinario per un club come l'Inter. E lo scrivo con tutto il rispetto degli altri due competitor, anche se la classifica e gli scontri in programma in questo appassionante finale di torneo, dicono che sarà la Lazio l'avversario da battere. Ma prima l'Inter non dovrà sbagliare questa sera al Meazza contro il già salvo Sassuolo. Si tratterà di una vera e propria semifinale, da vincere per andarsi a giocare tutto nell'ultimo atto del 20 maggio all'Olimpico contro i biancocelesti di Simone Inzaghi. I nerazzurri arrivano al rush finale in buona forma, a Udine il 4-0 a favore è stato condito da una prestazione importante che ha bissato quella sfoderata contro la Juventus, nonostante la sconfitta maturata in circostanze altamente discutibili.
La squadra, oltre a star bene fisicamente e a giocare finalmente con la necessaria tecnica grazie alle performance di Cancelo e Rafinha, ma di tutti giocatori più importanti, sembra cresciuta dal punto di vista della mentalità. Il gruppo ha puntato l'obiettivo ed è ottimamente sintonizzato per raggiungerlo. E in questo caso il merito maggiore va a Luciano Spalletti che ieri, in conferenza stampa, ha giustamente rivendicato la bontà del suo lavoro che ha portato la Beneamata ad avere notevolmente ridotto il gap con alcune formazioni rispetto alla scorsa stagione e di aver invece fatto meglio di altre, come Milan e Atalanta.
Continuo a pensare che il tecnico di Certaldo abbia sbagliato a sostituire Mauro Icardi nel concitato finale della gara con la Juventus e che probabilmente la scelta, aiutata dalla direzione di Orsato, abbia contribuito ad annullare quella che sarebbe stata un'impresa da raccontare a lungo. Ma il lavoro di un allenatore va giudicato sul lungo periodo e allora Spalletti merita di essere annoverato come uno dei valori aggiunti di questa Inter, anche se sarà poi il responso finale a decretare il giudizio definitivo. In casa Lazio, dopo il pareggio interno con l'Atalanta e la salvezza raggiunta in anticipo dal Sassuolo, è comparsa la paura. Paura che gli emiliani si presentino questa sera al Meazza come vittime annunciate, anzi qualcuno ipotizza anche che l'Inter avrà la strada spianata per vincere con sei gol di scarto in modo da indirizzare la differenza reti a suo favore. Nel caso, se la Lazio pareggiasse domenica a Crotone, i nerazzurri avrebbero a disposizione due risultati su tre nell'ultima sfida dell'Olimpico.
Noi sappiamo invece, che se questo accadrà, sarà esclusivo merito dell'Inter, perchè il Sassuolo, peraltro già battuto per 7-0 in due occasioni dai nerazzurri, non si scanserà. La carica maggiore ai neroverdi arriverà dal loro patron, l'ultrà del Milan Giorgio Squinzi che a più riprese ha esternato la sua antipatia verso i colori nerazzurri. Inter-Sassuolo va giocata e vinta. Senza pensare a goleade. Se poi la Lazio, penalizzata dagli infortuni, sarà brava a vincere o a non perdere nella bolgia dello “Scida” contro il Crotone di Walter Zenga che deve salvarsi, l'Inter dovrà essere comunque felice e orgogliosa di arrivare all'ultimo respiro con la possibilità di entrare in Champions, anche se l'unico risultato utile sarà la vittoria all'Olimpico. A Udine mi è particolarmente piaciuta una cosa, oltre al poker servito: l'aggressività con cui l'Inter ha iniziato la gara. Non era scontato succedesse dopo la botta psicologica derivante dalla beffa con la Juve. Questo, a conferma del miglioramento della mentalità di cui dicevo prima.
Contro il Sassuolo sarà ancora più importante far capire subito all'avversario che non avrà troppo da divertirsi. Palla al centro e via, concentrati verso un'unica meta, i tre punti da conquistare. Con quale punteggio, sarà interessante analizzarlo solo a partita finita. Solo ragionando in questa ottica difficilmente l'Inter rischierà di andare incontro a brutte sorprese. Giusto quindi non pensare inizialmente che ben cinque giocatori (Cancelo, Candreva, Perisic, Eder e Ranocchia) siano diffidati. La loro gestione, ha anticipato ieri Spalletti, sarà presa si in considerazione, ma in base allo sviluppo della gara. Al fischio inizio, i migliori in campo. Perché questa sera sarà una semifinale. Sono d'accordo con chi ritiene che Inter-Sassuolo e Crotone-Lazio e anche Roma-Juventus andassero disputate in contemporanea. Un finale così avvincente per quanto riguarda terzo e quarto posto non merita nessun condizionamento.
Discorso a parte merita il capitolo De Vrij. Se il forte difensore olandese nella prossima stagione giocherà nell'Inter, è perchè il club nerazzurro ha avuto il grande merito di assicurarsi con largo anticipo un giocatore a cui non è stato rinnovato il contratto. Regole rispettate. Eventualmente, cambiare le regole. Su come De Vrij scenderà in campo il 20 maggio, non può essere un problema dell'Inter che, fino a prova contraria, non ha ancora emesso annunci ufficiali. Discorsi che però stasera non devono interessare. Guai a tradire i settantamila che anche questa volta si recheranno al Tempio.
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