Eccomi di ritorno dalla Transnistria, il Paese che non esiste, ma dove si è disputata Sheriff-Inter mercoledì sera. Nonostante tutte le leggende metropolitane, vere o presunte, di un luogo dove comunque gli abitanti sono cortesi e ospitali, e probabilmente gli affari illegali restano ben lontani dal comparire in superficie e il torbido si trova – diciamo così – dietro le quinte, ho potuto anche potuto apprezzare la passione per il calcio. E magari anche per l’Inter. Attenzione: nessuno sostiene che Tiraspol sia un feudo di tifo nerazzurro, però dialogando con i tifosi incontrati in città, o i colleghi nel complesso sportivo dei campioni di Moldavia, si recepiva facilmente come in molti avessero una simpatia per la Beneamata.

E così, tra una battuta e l’altra, ecco che in un misto di italiano, inglese e rumeno, è capitato pure di commentare l’episodio del rigore concesso al Milan contro la Roma, ma soprattutto quello non fischiato per il fallo di Kjaer su Pellegrini. Pure qui infatti ci si chiedeva perché Dumfries contro la Juventus fosse stato punito, mentre il rossonero l’avesse passata liscia. Di risposte ufficiali non ne ho lette. Con la Champions forse la testa era altrove. Ma dato che invertendo le decisioni ballano ben quattro punti (+ 2 all’Inter e – 2 al Milan) si spera di arrivare ad un’uniformità di giudizio. E che gli arbitri parlino, spiegando le proprie scelte. Non un clima distesissimo insomma per arrivare al Derby. Anche perché rispetto agli anni scorsi, dove nonostante la vittoria rossonera della passata stagione, non c’era proprio paragone tra le due squadre, con l’Inter che infatti puntualmente aveva schiacciato i propri rivali, quest’anno – almeno per il momento – non è così. I nerazzurri non schiereranno più dal primo minuto Hakimi, Eriksen e Lukaku, mentre dall’altra parte va fatto un plauso al lavoro di Pioli, che ha costruito una squadra vera. Il risultato potrà davvero essere determinante per la classifica.

Con una vittoria la situazione, in un verso o nell’altro, cambierebbe sia per i nerazzurri che per i rossoneri. Serve consapevolezza dei propri mezzi, zero paura, voglia di dimostrare di essere i più forti. Doti che all’Inter di Simone Inzaghi non mancano di certo. Nella speranza che a fine partita si giudichi solo il calcio giocato e le abilità di questo o quel calciatore. Non marchiani errori arbitrali che rischiano di indirizzare campionati e piazzamenti. Altrimenti pure dal Paese che non esiste, ci possono tirare le orecchie.
Sezione: Editoriale / Data: Ven 05 novembre 2021 alle 00:00
Autore: Simone Togna
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