La maledizione del tre, un turista a Siena, il baby promosso, il grande assente e numeri da paura

L'Inter crolla ancora, questa volta sul campo del Siena fanalino di coda, perdendo per 3-1 al Franchi. Analizziamo la gara... da Zero a Dieci.

ZERO punti totalizzati tra andata e ritorno contro il Siena. Anche Andrea Stramaccioni ha il suo Novara: la maledizione contro i bianconeri continua, dopo il crollo di San Siro quello del Franchi. Entrambi senza attenuanti. E preoccupanti.

UNO è il successo dell'Inter nelle ultime sette gare. Entrando nello specifico, sono sei punti su ventuno a disposizione. Numeri inquietanti di quella che è oggettivamente una crisi, perché l'unica vittoria è arrivata in casa contro il Pescara. Qualcosa non va, i tre schiaffoni di Siena sono meritati. E simbolo di un momento pessimo, con un ruolino da squadra che lotta per non retrocedere.

DUE tocchi e palla via. Così gioca Zdravko Kuzmanovic, decisamente maturato sotto l'aspetto tecnico rispetto al giocatore che fu a Firenze. In Bundesliga ha migliorato anche i tempi di circolazione del pallone e la visione di gioco, diventa il centro dell'Inter dopo due soli allenamenti ma non sfigura. Anzi. Ottime idee, esordio positivo in un disastro generale.

TRE è il numero della crisi. Perché tre mesi fa esatti fu l'ora dell'ultima vittoria esterna. Proprio il tre ritorna, perché era il tre novembre e oggi è il tre febbraio. Quanto finì a Torino? Tre a uno, contro la prima in classifica, vittoria contro la Juventus. E oggi? Tre a uno, per il Siena, contro l'ultima in classifica. Così si è capovolta l'Inter.

QUATTRO all'ennesimo errore di Cristian Chivu. Ingenuo a fare un fallo che compromette la sua partita e quella della squadra. Affossa Emeghara con tanto di rosso e rigore perché fuori posizione, barcolla continuamente in una linea difensiva sempre sull'orlo del baratro. Contro Emeghara, Rosina e Sestu. Con tutto il rispetto, non va...

CINQUE volte in un tempo, saltato Ezequiel Schelotto sulla sua corsia. Ed è anche un 5 in pagella (generoso...) al debutto del Galgo. Pronti-via, il Siena carica carovane di offensive dalla sua parte. L'italo-argentino sembra un turista, guarda passare Rubin e Sestu quasi impotente. Dalla sua parte si sfonda facile, i gol nascono sempre da lì. Sostituito all'intervallo per disperazione. In un 3-5-2 il laterale deve conoscere anche la fase difensiva. Anche perché di creare pericoli in avanti neanche se ne parla. Non buona la prima, ce n'è di tempo per rifarsi.

SEI in pagella a Mateo Kovacic. Un buon debutto, fatto di personalità, tanti palloni toccati, qualcuno sbagliato. Ma entra in una condizione di squadra e di partita che avrebbe reso la vita difficile pure a un Fabregas di turno. Mateo non ha paura, distribuisce palloni e prova sempre la giocata. Il ragazzo si farà ha stoffa.

SETTE partite senza un gol di Diego Milito. E quanto manca il Principe, a questa Inter: cross nel nulla, palloni vaganti in area che restano tali, Cassano e Palacio creano anche benino (specialmente il primo) ma chi la butta dentro non c'è. E il ginocchio di Milito resta il più grande problema finora. Quando non doveva esserlo, perché è arrivato un vice. Che però vive di panchina. Misteri...

OTTO a Alessio Sestu. Giornata magica per l'ex Sora, che sembra Cristiano Ronaldo: dipinge l'arcobaleno del 2-1 che gli vale la copertina domenicale, con Emeghara duetta che neanche Vialli e Mancini, qualsiasi uomo punti diventa birillo. E l'assist? Non se lo fa mancare, imbeccando proprio Emeghara in direzione porta con un cioccolatino. Domenica magica. Da domani tornerà nel dimenticatoio?

NOVE generale per Javier Zanetti. A prescindere da una prestazione mediocre, come quella di tutta la squadra, il capitano entra ancora una volta nel librone dei record: 592 in Serie A, numeri pazzeschi. Un giorno ricorderemo questa leggenda con nostalgia. Non dimenticatelo mai.

DIECI gol subiti in sei turni. Benvenuti nella crisi Inter, dove la giostra del gol preso pare quasi zemaniana: tanti tre da Siena e due dal Toro, troppi. Bisogna cambiare marcia al più presto, sperando di ritrovare Samuel e rimettendo a posto l'equilibrio di una squadra che - duole dirlo - sta sgretolandosi.