L'Inter perde ancora in trasferta, questa volta a Udine. Una doppietta di Di Natale e la rete di Muriel condannano i nerazzurri, spreconi e poi rimasti in dieci per espulsione a Juan Jesus. Analizziamo la gara... da Zero a Dieci.

ZERO sono i punti totalizzati in trasferta dopo Juventus-Inter. Un bottino inquietante, considerando che sono passati due mesi e la squadra compie sempre lo stesso, sistematico errore. Parte benino, poi crea tanto, quindi spreca e allora si fa colpire. E poi precipita. E pensare che fuori casa, fino a Torino, l'Inter era un rullo compressore...

UNO di stima al tiro di Jonathan. Pochi passi dalla porta, Brkic già straiato, l'1-0 sul destro e la possibilità di cambiare una stagione. Palla incredibilmente sul fondo. Come se l'errore di Livaja con il Genoa non fosse bastato: anno nuovo, storia vecchia.

DUE gol in trasferta dopo Juventus-Inter, un altro campanello dall'allarme. Perché dopo l'impresa di Torino, l'Inter ha creato una miriade di occasioni segnando pochissimo. Solo due reti, appunto, entrambe a Bergamo e quindi inutili ai fini dei punti da portare a casa perché sconfitti. Serve più cattiveria, anche a Udine troppe palle gol buttate.

TRE reti subite quest'oggi. Decisamente tante, specialmente perché dopo l'espulsione di Juan l'Inter ha perso la bussola. Ma non si possono concedere praterie così clamorose in ripartenza, quando arrivano Di Natale e Muriel paghi il conto. Salatissimo. E questa non chiamatela sfortuna...

QUATTRO è il numero di rinforzi che servono a gennaio. Tommaso Rocchi è già arrivato, manca un esterno destro (Jonathan ha finito le carte da giocare), un regista (assenza atroce) e anche un difensore. Perché da Udine, con mezza difesa fuori, l'ennesima esclusione di Silvestre è la fotografia di un giocatore fuori dai piani. Insomma, un inno al mercato.

CINQUE alla difesa. Perché va bene che con Cambiasso interno è una soluzione d'emergenza, ma gli errori sui gol sono clamorosi. Non si possono lasciare simili spazi, i movimenti sono sbagliati e l'Udinese si diverte a entrare come una lama nel burro. Dal primo al terzo gol, Di Natale o Muriel che sia.

SEI ad Antonio Cassano. Nel primo tempo è ordinato ma poco concreto, nella ripresa suona la sua sinfonia in attacco imboccando Palacio e creando occasioni a raffica. Poi, l'Inter resta in dieci e stacca la spina. E Antonio lascia il campo. Una sufficienza meritata.

SETTE partite fa, Rodrigo Palacio segnava il suo ultimo gol. Era al Cagliari, sembra passata un'eternità. Il Trenza manca da troppo all'appuntamento con la rete, anche contro l'Udinese spreca tanto (a prescindere dal presunto rigore). Pare arrugginito, non il cannibale che abbiamo imparato a conoscere. Insomma, serve il miglior Palacio. E anche in fretta.

OTTO punti in otto partite. Questa la media dell'Inter, ruolino di marcia non proprio entusiasmante. Evidente come ci sia un calo da affrontare con lucidità e senza alibi. Ma adesso Stramaccioni sa di dover guardare avanti e non dietro, perché fermarsi ora vorrebbe dire essere perduti.

NOVE partite delle ultime dieci hanno visto l'Inter subire gol. Solo contro il Palermo, Handanovic è rimasto 'illeso'. E servì un autogol di Santiago Garcia per aiutare l'Inter a vincere, in quell'occasione. Insomma, numeri che aiutano a capire come ci sia tanto da sistemare, in difesa come in attacco. Gli equilibri mancano come a inizio stagione, è questione anche di assenze. Ma non solo.

DIECI Guarin in campo, oltre naturalmente Fredy. Questo quello che servirebbe per uscire da questo momento difficile, quasi fastidioso, in cui ci si sente intrappolati e impauriti nel poter prendere gol sul più bello. Un tunnel della paura, da sconfiggere con la rabbia, la forza, la grinta su ogni pallone. Guarin è ancora una volta il trascinatore, le prova tutte anche nei momenti più bui, l'ultimo a mollare. Ormai siamo ripetitivi, ma servono giocatori così. Anche dal mercato. Questa, è gente da Inter.

Sezione: Da Zero a Dieci / Data: Dom 06 gennaio 2013 alle 19:35
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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