Tre a uno, e anche il Bologna va ko. L'Inter non vuole più fermarsi, questa volta è la squadra di Pioli a pagare: una vittoria meritata e legittimata. Analizziamo la sfida... da Zero a Dieci.
ZERO è la voglia di polemizzare con la Juventus. Naturale che i media ci provino in tutti modi, con Stramaccioni e con i giocatori. Perché l'Inter ha sbancato Bologna poche ore dopo lo scandalo di Catania. Risultato? Il grande gelo. Glissano i ragazzi. "Non ho sentito nulla...", dice Stramaccioni ridendo. C'è poco da dire, in effetti. E pochissima voglia di creare ancora polemiche. Giusto che si parli della vergogna del Massimino, ma l'Inter pensa a sé stessa. Il motivo è molto semplice: l'Inter vuole affrontare la Juventus sul campo, il 3 novembre. Prima c'è la Samp, poi si vedrà. Ma in campo. Sperando che a Torino ci siano arbitri, guardalinee e giudici di porta un po' più attenti di quelli di Catania. Altrimenti, altro che ridere: ci sarà da piangere...
UNO solo, il gol subìto in trasferta dall'Inter in campionato quest'anno. Lo ha segnato proprio Cherubin, beffando Handanovic nell'area piccola. Una minima sbavatura che non influisce nel risultato, né nell'intaccare l'ennesima solidissima prestazione della difesa nerazzurra, ristrutturata alla perfezione da Stramaccioni.
DUE è il numero di Rodrigo Palacio. Perché da quando è rientrato, ha segnato due gol pesanti (a Catania e Partizan). Col Bologna, tira fuori dal cilindro l'altra arma letale del repertorio: due assist d'oro, per Milito e Cambiasso. Colpisce ancora, in silenzio e senza far rumore, l'ottimo Don Rodrigo. O sarà meglio chiamarlo Dos Rodrigo?
TRE sono i milioni serviti per portare a Milano Juan Jesus. 2,6 milioni più commissioni e parte minima di bonus, un regalo per questo vero e proprio animale della difesa. Ruggisce, sbrana gli avversari, esce palla al piede. Prende un giallo che lo terrà fuori mercoledì, ma che lo restituirà a Stramaccioni più voglioso e fresco che mai verso Torino. Una colonna di questa difesa che chiude la strada al Bologna, dalla corsia destra i pericoli sono perennemente sbarrati. Tre milioni, signori. Praticamente, lo paga l'ingaggio risparmiato da... Lucio. Tra il gelo e questo regalo, scappa un'altra risatina, cara Juventus...
QUATTRO vittorie per 3-1 a Bologna, negli ultimi 7 anni. Praticamente una tassa, molto gradevole. Un campo dove l'Inter sta prendendo il sopravvento quasi in modo tradizionalistico. Stramaccioni ci passa per la prima volta da allenatore: semina tattica, raccoglie tre punti. Meglio di così...
CINQUE, a proposito di milioni, sono quelli che chiedeva la Sampdoria per Andrea Poli. Insieme a parte del cartellino di Marko Livaja. Un po' troppi, forse? Mentre Andrea non brilla a Genova, l'Inter ha scelto diversamente. Branca e Ausilio sono andati contro tutto e tutti, beccandosi fiumi di insulti. Hanno avuto ragione: Gargano e Mudingayi a costi decisamente ridotti sono adesso le colonne di una mediana da benedire. Corrono, non si fermano mai, recuperano palloni, fanno lavoro sporco. Tutto quello che era mancato nella maledetta scorsa stagione. Da Bologna una cartolina a chi non ci credeva: questa è gente che sputa il sangue e consente a chi sta davanti di fare il proprio mestiere. Ovvero, i gol. Chiedere a Milito, Palacio e Cassano per credere. Benedetti polmoni (e benedetti milioni risparmiati)...
SEI ad Andrea Stramaccioni. Costretto dal fastidio al collo di Cassano, smonta nuovamente la sua Inter e costruisce un 3-5-2 in purezza col perno Mudingayi appiccicato a Diamanti. Così, spegne la luce del Bologna e accende quella nerazzurra. Un'Inter operaia, nulla di straordinario, ma decisamente incisiva. Compito svolto in modo positivo. Come sempre, a riflettori spenti.
SETTE sono le vittorie consecutive di questa Inter, tra campionato e coppe. Voglia di fermarsi, nessuna. Ma sette sono anche le partite giocate e vinte con Cambiasso e Zanetti in campo insieme. Praticamente, i 21 punti a disposizione con i due argentini in campo insieme sono stati raccolti tutti. Altro che bolliti, semplicemente ritrovati grazie a un modulo perfetto e a una squadra che corre in modo intelligente e omogeneo.
OTTO vittorie in trasferta su otto, Bologna è l'ultima di una lunga serie. Si era partiti da Spalato, l'Inter è arrivata al Dall'Ara sbancando pure la terra felsinea. Un ruolino di marcia pazzesco, di una squadra solida, vera, con un equilibrio decisamente impeccabile.
NOVE al comportamento di Antonio Cassano. Per un fastidio al collo resta fuori, eppure Antonio ride e scherza con tutti. Poi, l'Inter segna e lui abbraccia Zanetti, tra mille risate e l'esultanza del samurai. La ciliegina? Entra in campo e mette in banca il pallone. Spacca spogliatoio chi?
DIECI, cento, mille Diego Milito. A Bologna, il Principe tocca quota 100 presenze in nerazzurro (solo in campionato). E lo fa con un fardello sulle spalle, quel gol che nel mese di ottobre gli è particolarmente ostile. Basta, insomma. Milito riprende lo scettro e butta dentro un cioccolatino gentilmente offerto dall'amico Palacio. Cinquantacinque reti in 100 gare di campionato con l'Inter, la storia di un attaccante fenomenale che non finisce mai di stupire. Un Principe è per sempre.
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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