Un 3-2 per una partita strana, ma un'altra vittoria che arriva. L'Inter stende anche la Sampdoria di Ciro Ferrara a San Siro. Analizziamo la sfida... da Zero a Dieci.

ZERO è la voglia di smettere di Javier Zanetti. Semplicemente straripante, anche contro gli scomodi clienti della Sampdoria. Si passa alla difesa a quattro e per il capitano la musica è la stessa di quando si gioca a tre: contiene, riparte, crossa, spinge, dà quantità. Semplicemente straordinario, ma non fa più notizia. Perché dovrebbe smettere?

UNO è l'euro scommesso da Andrea Stramaccioni su Diego Milito capocannoniere. Lo ha detto proprio dopo aver battuto la Samp, con un Principe che si è ripreso la brillantezza, le giocate alla Milito, il gol su rigore (con brivido) e un legno maledetto. Benvenuto novembre, addio tabù di ottobre: il ruggito adesso lo hanno sentito tutti.

DUE sono le perle in formato assist di Antonio Cassano. Lo scugnizzo del calcio di Bari Vecchia indossa l'abito di gala davanti alla sua Samp, è emozionato e si legge in faccia come nei movimenti. Gigioneggia finché alla distanza, però, Antonio apre la sua solita scatola di cioccolatini e ne offre due dei più squisiti quando il pasto va chiuso in abbondanza, traducibile in tre punti: assist a Palacio, assist a Guarin. Et voilà, 2-1 e 3-1. Anche questa volta, le luci alla Scala del Calcio le ha accese lui.

TRE punte per sfidare l'Italia. Stramaccioni ha scelto ancora una volta il tridente pesante, protetto però stavolta da una difesa a quattro e un centrocampo a tre. Palacio, Cassano e Milito suonano la sinfonia giusta, divertono e si divertono, segnano e fanno segnare. Un'altra formula magica per un'Inter camaleontica. Esame passato.

QUATTRO punti separano l'Inter dalla Juventus. La vittoria contro la Samp è arrivata battagliando e dimostrando valore, il regalo del Bologna sarebbe stato sicuramente gradito. Ma poco male, a Torino si dovrà andare con la mentalità giusta. E - indipendentemente da come andrà - alzi la mano chi avrebbe detto che l'Inter sarebbe andata allo Juventus Stadium, il 3 novembre, a giocarsi una fetta di scudetto...

CINQUE sono i gol di Rodrigo Palacio in stagione. Il sigillo alla Sampdoria pesa tanto e corona una prestazione semplicemente sublime della Joya argentina: corre ovunque, punzecchia la linea difensiva avversaria, vede la porta e non si stanca veramente mai. Si muove con un'intelligenza calcistica fuori dal comune. Un applauso alla dirigenza dell'Inter lo ha portato a Milano in silenzio, questo è un giocatore di palcoscenici di primissimo livello. Qualche fischio a chi se ne era già dimenticato troppo in fretta...

SEI pienissimo in pagella ad Alvaro Pereira, anche qualcosa di più. Sulla fascia mancina gestisce bene le avanzate doriane e spinge quando vede lo spazio. Prezioso per corsa e quantità, in nettissima crescita anche perché facilitato da un impianto di squadra finalmente equilibrato. Chi rumoreggiava inizia a nascondersi?

SETTE e giù il cappello per Fredy Guarin. Sì, finalmente la bestia è tornata. Lo avevano provocato tutti, si parlava tanto di lui in questi giorni. Dov'è finito il trascinatore della mediana? Fredy riabbraccia il 4-3-3 e torna a giganteggiare a centrocampo. Corre per due, si butta su qualsiasi pallone viaggi nel suo raggio d'azione, combatte e spacca la porta senza leziosismi quando c'è da mettere in cassaforte i tre punti. Vi basta?

OTTO vittorie consecutive tra campionato e Europa League, per l'Inter, con il 3-2 alla Sampdoria. E nessuna voglia di fermarsi. Un dato che va sempre avanti e conferma quanto di buono sta facendo Stramaccioni con questo gruppo. Adesso, si va allo Juventus Stadium. Non diciamo altro...

NOVE all'interpretazione della gara nella ripresa, da parte della squadra. Nel momento in cui si poteva crollare, l'Inter torna in campo per ribaltare il risultato. Ci riesce, con cattiveria agonistica e gestione equilibrata del possesso. Il vantaggio numerico garantito dal rigore su Milito è l'assist giusto per congelare una partita troppo importante. Il segnale di un'Inter bellissima e grintosa nella ripresa è da prendere e tenersi stretto. Strettissimo.

DIECI secondi di passione. Li ha vissuti San Siro, al momento dell'1-1 del Bologna a Torino. Inutile nasconderlo, le sensazioni del popolo nerazzurro erano bellissime. Ma al di là di come sia andata la partita della Juventus, il messaggio deve coglierlo l'Inter: dai fischi col Siena, è tornato il fattore Meazza. Quello giusto, quello bello. Perché per 90 minuti, condensati in modo strepitoso in quei 10 secondi, hanno rifatto capolino le emozioni collettive. Dalla Curva agli altri settori, passando per il campo. La squadra e i suoi tifosi, tutti insieme, con la voglia di sognare ancora. Sensazioni che erano mancate troppo. Bentornate. Stavolta, per non lasciarle più.

Sezione: Da Zero a Dieci / Data: Gio 01 novembre 2012 alle 01:45
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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