Prima vittoria dell'anno 2013 per l'Inter, contro il Pescara, in emergenza. A San Siro, decidono le reti di Palacio e Guarin. Analizziamo la gara... da Zero a Dieci.

ZERO a chi parla di caso Cassano. Antonio è semplicemente uscito contrariato dal campo, a risultato acquisito, perché avrebbe voluto giocare ancora. Ma nessun battibecco né problema. Chi lo conosce, sa cosa si intende: Cassano vorrebbe giocare sempre, segnare, far segnare, inventare e aiutare la squadra. Sul momento ci rimane male, il giorno dopo se la ride e scherza coi compagni. E intanto, le azioni dell'Inter - anche col Pescara - passano sempre dai suoi piedi.

UNO è il gol di Rodrigo Palacio per ogni due gare giocate a San Siro, in campionato. Quando vede il Meazza, il Trenza si scatena: 8 gare giocate, 4 gol fatti, il Pescara è solo l'ultima vittima. Orfano di Milito, trova in Cassano una luce preziosa. Illumina, segna e fa pure assist. Bentornato.

DUE tiri in porta da parte del Pescara. Mai pericolosi gli uomini di Bergodi, perdono centinaia di palloni e non impensieriscono mai la difesa inedita dell'Inter. Il risultato? Samir Handanovic rimpiange di non essersi portato una sedia.

TRE i difensori titolari assenti. Contro il Pescara l'emergenza è da bollino rosso, anche a centrocampo ma specialmente in difesa: Ranocchia, Samuel e Juan sono fuori, ma Chivu, Silvestre e Cambiasso se la cavano bene. Ottima gestione e non facile, perché trovare automatismi in un reparto inedito non è mai semplice.

QUATTRO mesi e mezzo di ambientamento, per Alvaro Pereira. E i risultati si vedono. Ormai è praticamente titolare fisso, compie qualche sbavatura ma dalla sua parte l'Inter raramente soffre. Cerca sempre l'incursione, punta l'uomo sistematicamente e non dimentichiamo che gioca in uno contro uno sulla fascia. Stramaccioni è sempre più contento di lui.

CINQUE partite fa, contro il Palermo, l'ultima gara da imbattuto per Handanovic. Troppo, decisamente troppo per un'Inter che a inizio stagione aveva fatto della difesa la propria forza. Con il Pescara, torna la solidità complice un avversario mediocre. Ma non subire reti fa sempre bene.

SEI pieno in pagella a Jonathan e Silvestre. Un po' più alto il voto del brasiliano, che sotto porta è impreciso (ormai lo sappiamo), ma non è una punta e quindi il suo mestiere non è segnare. Da laterale si comporta bene, non lascia mai un centimetro e tende a proporsi anche tagliando verso l'area più del solito. Il Pescara lo soffre, lui dirige l'orchestra nell'azione del raddoppio targata Guarin. Molto bene, come anche un Silvestre più sicuro di sé e meno spaventato.

SETTE gol in stagione per Fredy Guarin. Semplicemente spaziale, tocca ripetersi ogni settimana: prende l'Inter per mano, tenta sempre la giocata pericolosa, non si perde in giochetti inutili e plasma una vittoria pesante. Il resto è la solita storia, questo qui è un campione di livello mondiale. E segna quanto un attaccante.

OTTO alla grande sorpresa della serata, Marco Benassi. Veste l'abito di gala al debutto in Serie A, non soffre San Siro e - catapultato nella mediana nerazzurra - a 18 anni gioca come un veterano. Taglia (otto - appunto - contrasti vinti), cuce (imposta sempre bene l'azione), corre e inventa, non tira mai indietro la gamba, a tratti è lui a guidare il reparto da professorino. Beata gioventù, italiana e fatta in casa, senza spese folli per comprare all'estero. Bravo Marchino, ma adesso testa bassa, lavoro e riflettori spenti. Occhio alle trappole, tutti parleranno di lui, chi segue l'Inter non è meravigliato: troppa pubblicità fa male, tanto impegno fa bene. La strada è quella giusta. E non si dica che il regista è già in casa, per il suo bene...

NOVE all'abbraccio di gruppo dell'Inter a Benassi. E all'esultanza di capitan Zanetti, che vola in panchina addosso ai compagni. Due cartoline di una squadra unita, amici che lottano insieme anche nelle difficoltà, vicini ai più giovani e pronti ad aiutarsi sempre. L'Inter è ancora molto migliorabile, sia chiaro e palese. Ma senza un gruppo compatto e forte non si va mai da nessuna parte.

DIECI milioni benedetti per dirsi addio. Ormai con Wesley Sneijder siamo agli sgoccioli: è in tribuna, non esulta ai gol, annuncia di volerci pensare ancora prima di andare in Turchia. E intanto con l'Inter ormai siamo all'irreparabile. Lunga vita a Stramaccioni quando dice: "Voglio solo che tutto questo finisca". Non se ne può davvero più. Fa più bene parlare dell'Inter e di chi questa maglia l'ha scelta per presente e futuro, piuttosto che di chi ha deciso di non sposare un progetto. Dieci, cento, mille Benassi.

Sezione: Da Zero a Dieci / Data: Dom 13 gennaio 2013 alle 02:05
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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