C'è un qualcosa che differenzia un giocatore speciale da un giocatore normale. E' un fattore non facile da spiegare, alla cui base c'è sicuramente la voglia di non mollare mai. E neanche dopo una rottura di un tendine d'Achille a 40 anni (da compiere ad agosto), Javier Zanetti pensa all'idea di appendere le scarpette al chiodo. Lo conferma in collegamento telefonico al Tg di Inter Channel con Roberto Monzani. Ecco le sue parole: "Ringrazio i nostri tifosi, anche i miei colleghi e quelli che mi sono stati vicini. Fa parte del nostro mestiere, dopo l'operazione, penso alla riabilitazione per tornare a giocare. Nella mia testa c'è questa convinzione e farò tutto con grande calma per cercare di guarire bene e rendermi disponibile per qualsiasi cosa. Subito mi sono reso conto che si trattava di qualcosa di grave e che poteva essere il tendine. Ripeto, fa parte del mio mestiere e mi è arrivato in un momento della mia carriera a quasi 40 anni. Questo è il primo infortunio grave per fortuna. Con tutta serenità cercherò di guarire e stare meglio".

Su chi dice che è difficile ricominciare a 40 anni: "Io credo che ognuno si può esprimere come vuole. La mia intenzione è guarire bene per poi riabilitarmi con lo staff medico e quello atletico che abbiamo, che sono dei migliori, e dopo quando starò bene, tornerò per giocare. Dopo una carriera del genere, almeno una partita vorrei farla davanti ai miei tifosi e mi auguro che sia più di una. Cosa ho detto ai miei compagni? Sì, tutti i miei compagni mi hanno mostrato grande affetto. Erano dispiaciuti, ma l'ho detto anche a Pavia, ringrazio tutti per l'affetto. Ma adesso bisogna stare vicino a questi ragazzi in questo finale non semplice di stagione. Siamo contati numericamente, sarò un tifoso in più e sono sicuro che tutti daranno il massimo per la qualificazione in Europa League". Sui tanti messaggi d'affetto ricevuti: "Mi fanno capire che la mia carriera è stata una carriera dove tutti hanno apprezzato sempre il mio comportamento dentro e fuori dal campo, questa testimonianza di affetto mi fa un grandissimo piacere. Qual è la partita che ricordo con più affetto? La finale a Parigi, un gol importante, da lì è iniziata anche questa grande simbiosi con i tifosi interisti", conclude.

 

 

Sezione: Copertina / Data: Lun 29 aprile 2013 alle 13:26
Autore: Mario Garau / Twitter: @MarioGarau
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