Lunga intervista sulla Gazzetta dello Sport a Christian Vieri che, come sempre, non le manda a dire.

Corsa Champions apertissima?
"Direi di sì. Juve e Napoli sono irraggiungibili, gli altri due posti credo che se li giocheranno fino in fondo Inter, Milan, Lazio e Roma".

L’Inter continua a vivere di alti e bassi.
"E comunque è ancora terza. In questo anno e mezzo con Spalletti, l’Inter è cambiata molto in maniera positiva ed è più solida rispetto agli ultimi anni".

Il momento è però delicato.
"Spalletti ha grande esperienza, sa gestire lo spogliatoio, è uno che in generale migliora la squadra. Purtroppo in Italia si pensa che Inter e Milan debbano sempre avere la forza per vincere lo scudetto. Ma in questi ultimi anni non è così, non sono attrezzate per impensierire la Juventus. Insomma, non si può mettere sempre tanta pressione sulla squadra. L’Inter sta costruendo un futuro importante, anche dal punto di vista societario. Non dimentichiamoci che i nerazzurri hanno cambiato proprietà due volte dopo Moratti, e Suning è qui da appena due anni e mezzo. Ci vuole tempo, ma in Italia non te lo concedono".

Quanto tempo ci vuole secondo lei?
"Intanto, il club è tornato in Champions, e secondo me è stato un buonissimo cammino considerato il girone. Credo che in un paio di anni l’Inter possa colmare gran parte dell’attuale gap. Certo, ora bisogna inserire tre-quattro giocatori di spessore, gente con una bacheca già importante. E in questo senso Godin sarebbe un innesto perfetto".

Meglio il portoghese o Ronaldo il Fenomeno?
"Ronie era talento puro, faceva sognare, era un qualcosa di mai visto, un cartone animato giapponese. Prendeva palla e saltava tutti alla velocità della luce: fisicamente una belva, un Concorde, imprendibile. Era lui il calcio mondiale in quegli anni. Cristiano è forse più completo, un professionista spettacolare, uno che ha vinto cinque palloni d’Oro...".

Capitolo Nazionale: giusto recuperare Quagliarella?
"In Nazionale ci devono andare i migliori del momento, e Fabio segna più di tutti. Dobbiamo qualificarci ora, non fra tre anni. Per fortuna abbiamo il Mancio come c.t., uno bravo, che fa di testa sua, con la testa giusta. Non ha paura delle scelte teoricamente impopolari: se c’è un 36enne che merita lo fa giocare; se c’è un 18enne bravo, che magari ha scarsa esperienza in Serie A, lui lo chiama lo stesso. Perfetto così, alla faccia dei tanti incompetenti che girano anche attorno all’ambiente azzurro. Il disastro mondiale avrebbe dovuto portare a molte altre dimissioni".

Com’è la nuova generazione azzurra?
"Finalmente emerge qualità vera. Zaniolo, Chiesa e molti altri... Una generazione oltretutto cresciuta insieme già dalle Under azzurre, un po’ come succedeva ai miei tempi. Il Mancio ci porterà lontano, ne sono certo".

Sezione: Copertina / Data: Gio 07 febbraio 2019 alle 09:04 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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