Dopo gli incontri con Marco Materazzi, Fabio Galante, Riccardo Ferri e Danilo D’Ambrosio, Inter Calling Clubs ha regalato un altro appuntamento speciale ai soci: una chat tutta nerazzurra in compagnia di Julio Cesar. I 9 Inter Club coinvolti hanno avuto l’opportunità di ripercorrere le tappe più importanti della carriera dell’ex portiere brasiliano che li ha portati virtualmente nella sala coppe dell’Inter HQ, mostrando loro i trofei e tutte le memorabilia presenti come i suoi guantoni, maglie e altri oggetti legati ad ex compagni e ad altre leggende che hanno contribuito a scrivere la storia del Club. Dopo, il brasiliano ha anche risposto ad alcune domande da parte dei presenti. Ecco alcune delle risposte date dal brasiliano:

Pensavi di vincere così tanto quando sei arrivato all'Inter?
"Sicuramente no. Quello che pensavo era di dimostrare il mio potenziale, il primo obiettivo era rimanere nella squadra. Era un'Inter piena di campioni, la mia prima preoccupazione era quella di rimanere in rosa. Poi è accaduto tutto in una maniera che da bambino nemmeno sognavo. Penso sia stato uno dei migliori momenti della mia vita, poi quando cominci a vincere ti viene fame di vittoria e ogni anno volevo vincere sempre di più".

C'è stato un momento in cui, nel 2009-2010, avete realizzato che stavate facendo qualcosa di storico?
"A fine stagione, quando i tornei si avvicinavano alla conclusione. Quando la Sampdoria ha battuto la Roma, abbiamo avuto un segnale. José Mourinho è stato un allenatore che ci ha trasmesso forza. Mi ricordo quando in una riunione ci disse che potevamo vincere tre titoli, ma anche nessuno. E fece scegliere a noi quale possibilità preferivamo, e lì decidemmo di voler vincere tre titoli su tre. Sapevamo fosse dura, ma le cose succedevano in maniera positiva per noi e abbiamo capito che era possibile. La vittoria con la Roma ci ha dato ancora più forza". 

Oltre a quella su Messi, quali parate ricordi particolarmente?
"Sono state tante. Ci sono delle parate che al di là di essere belle, sono parate Scudetto. Ricordo una su Aquilani contro la Roma a San Siro, poi nel primo anno di Mourinho ho compiuto tante parate decisive: a Bologna su Di Vaio, su Inzaghi nel derby, il rigore parato all'Empoli quando c'era Roberto Mancini o quello a Ronaldinho nel derby oppure una parata su Xavi".

Quando hai cambiato il numero di maglia cosa hai provato?
"Bella domanda... Io tengo molto al numero 12, fa parte anche del nome della mia agenzia. In quel momento, Francesco Toldo aveva smesso di giocare e Paolo Orlandoni mi ha detto che avrei potuto prendere la 1. Non mi sono pentito, però penso che dovevo rimanere con la 12: perché avevo vissuto bei momenti all'Inter con quel numero e i tifosi erano abituati a vedermi con quella divisa. Pensandoci oggi, però, avrei dovuto mantenere la dodici". 

VIDEO - Julio Cesar protagonista di Inter Calling Clubs
Sezione: Copertina / Data: Sab 12 settembre 2020 alle 15:34
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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