Francesco Toldo, ex portiere dell’Inter, parla in collegamento con l’emittente Antenna 3 in una lunghissima intervista ricca di aneddoti e riflessioni sul passato e sul presente suo e del club nerazzurro nel giorno dei cinque mesi della terzogenita Bianca.

Quali sono i portieri di oggi che ti piacciono di più?
"Premessa: guardo partite distrattamente da qualche anno, quindi le mie classifiche non sarebbero corrette. E non mi piace mettere in fila i portieri perché non sono stato un osservatore attento. Detto ciò, le caratteristiche dei portieri italiani ci sono sempre. Esistono portieri stranieri forti come Handanovic ma la base italiana è promettente. Meret e Donnarumma sono talenti da conservare perché lo spirito patriottico l'ho sempre avuto. Spero che i portieri italiani si facciano largo come noi ai nostri tempi. 

Che idea ti sei fatto di questo campionato?
"Da cittadino purtroppo il calcio è l'ultimo dei pensieri, quando vedi la città deserta in tv il calcio viene dopo tutto il resto. Io mi sono permesso di dire di congelare il campionato senza assegnare lo Scudetto e mandare in Champions le prime quattro. Poi però ci sono i problemi economici che non so come verrebbero risolti; sentire parlare di soldi in un momento come questo mi fa pensare che i valori vadano riordinati".

Però ci sono lavoratori normali che rischiano la fame anche nel calcio.
"L'Inter tutela i propri dipendenti. Ho conosciuto la realtà del club, hanno il rispetto dei propri dipendenti, spero di non essere smentito ma so che ci tengono ai loro dipendenti. L'economia, purtroppo, vedrà giorni difficili".

Che consiglio daresti a Donnarumma?
"Non dispenso consigli ai portieri... Anche lui ha l'età per ragionare solo, poi gioca in A da anni quindi non ha bisogno di consigli da me, semmai di una pacca sulla spalla e che gli dica di continuare così. Ma non mi interessa dargli consigli, avrà altri intorno a sé che lo consiglieranno". 

Un giudizio sull'Inter di quest'anno?
"Mi è piaciuta molto di più degli anni scorsi. Era frizzante, ha iniziato ad imporsi e condurre le partite. Si vede che c'era una sorta di potenza, poi si vede che Antonio Conte e il suo staff sono martelli. Si vede che se non fai come loro non fai parte del gruppo, e va bene. Tiene più palla, poi anche nei miei anni c'erano dei black-out che fanno parte dell'Inter".

Ma è vero il litigio prima di Barcellona-Inter?
"Sono successi tanti confronti all'interno dello spogliatoio durante il Triplete, ma sono state discussioni propositive per la squadra, non per questioni personali. Una delle fortune del Triplete è stata mettere da parte l'orgoglio personale per far fruttare meglio la squadra. Io oggi vedo entusiasmo, mi piacciono i tifosi allo stadio che non inveiscono per un passaggio sbagliato come avveniva prima. C'è positività, questa è una gioia. Penso sia più produttivo l'ambiente creatosi ora".

Sull'amore per i colori nerazzurri.
“Ho voluto rimanere all'Inter, rifiutando tante proposte perché ho sempre detto che vincere con l'Inter è diverso: c'è sempre tensione, qualcosa di improvviso che capita. E' come andare in nave col mare in burrasca, arrivare in porto è sempre una soddisfazione. Avevo il Bayern Monaco, il Liverpool, il Benfica e il Real Madrid… Ma a dissi tutti di no. Mi sono ritirato presto dal mondo del calcio, e sono orgoglioso delle mie scelte. Rifarei tutto quanto. Trovo che l’Inter sia una delle società più belle del mondo”.

Ma non ti fa un effetto strano vedere Conte sulla panchina dell’Inter?
“Io ho fatto nove anni alla Fiorentina e otto all’Inter, sono stato antagonista della Juventus. All’inizio era un po’ strano, però io e Conte siamo stati compagni di squadra in Nazionale: è il mestiere, il lavoro. Io ho rifiutato anche la Juventus, mi hanno chiesto di andare lì però io dissi: ‘Ma voi siete matti…’. Ma ognuno è fatto a modo suo, lo sport poi deve essere trattato da sport: le polemiche diventano pesanti, rinfocolare questa rivalità Inter-Juve senza motivo non serve”.

Balotelli ha detto che il Triplete è stata la cosa più bella. Ma quante botte gli avete dato?
“Gli abbiamo voluto bene. Era giovane, di errori ne ha fatti; ma aveva un fisico prorompente, tra lui e Zlatan Ibrahimovic era una lotta continua, se le promettevano ogni giorno. Poi è esuberante, e questa esuberanza viene spesso strumentalizzata. Ma è un bravissimo ragazzo, mi spiace sia stato messo in polemiche tanto per… L’Inter lo ha allevato e lo ha lanciato nel grande calcio, ma lui è riconoscente all’Inter; ha passato anni bellissimi lì. Poi ha fatto l’errore della maglia, però bisognerebbe tornare indietro ed ammettere l’errore. Il pubblico avrebbe apprezzato, a volte farsi vedere come persone comuni piacerebbe”.

Ti ha sorpreso Ibrahimovic a questi livelli?
“Un po’ sì, ma lui ha un fisico che ha saputo mantenere molto bene negli anni. Credo abbia avuto anche meno stress in alcuni campionati permettendosi di essere più longevo. Non credo che la Mls sia simile ai campionati europei. Poi a me è sempre piaciuto perché è uno che dice le cose in faccia, a quelli come lui piace il confronto. Se fai il tappetino ti schiaccia. Nello spogliatoio Ibra lo senti”.

Ricordi un episodio particolare?
“In allenamento non tirava mai la gamba, ha sempre mostrato il carattere duro che ha. Ma dire certe cose va contro la mia sensibilità verso i compagni, non mi piace dire cose successe nello spogliatoio. Poi tanto fa l’allenatore per permetterti di esprimerti”.

Quindi Spalletti all’Inter poteva fare meglio?
“Credo nel calcio si vinca quanto tutte le componenti remano dalla stessa parte, con Spalletti, e lo dico senza polemica, si vedeva che la squadra a un certo punto non aveva più brio. Poi avrà vissuto determinate cose, avrà le sue giustificazioni, non è giusto tirarle fuori a distanza”.

Però anche avere giocatori importanti conta.
“Vero, e in questo bisogna dire grazie a Massimo Moratti che ha investito per tanti anni prima di trovare gli uomini giusti. Poi serve anche l’allenatore”.

Sezione: Copertina / Data: Gio 30 aprile 2020 alle 21:58
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
vedi letture
Print