Bella e interessante intervista de La Gazzetta dello Sport che, dopo l'annuncio da parte dell'Inter di Roberto Mancini nuovo allenatore, interpella uno dei fedelissimi dell'ex tecnico di Lazio, Manchester City e Galatasaray, con il quale ha condiviso i successi in maglia nerazzurra durante la prima esperienza del Mancio a Milano. Parola, quindi, all'attuale vice allenatore dell'Udinese: Dejan Stankovic.

Mancini alla 'Pinetina' che parla di progetto Inter sorridendo: Stankovic, le ricorda qualcosa?
"Situazione diversa rispetto a dieci anni fa: allora gli si chiedeva di aprire un ciclo, oggi invece di raddrizzare una barca il più velocemente possibile. E poi di farla andare veloce subito. E lui lo farà". 

Perché è così sicuro?
"Per cinque motivi: bastano? Primo: perché è bravo e non l’ha dimostrato solo all’Inter. Secondo: perché conosce l’ambiente, e quando non hai tempo da perdere, è una cosa che fa enormemente la differenza. Terzo: perché aveva voglia di tornare ad allenare. Quella è una scimmia che si ha addosso, non va via facilmente. Quarto: perché aveva voglia di tornare ad allenare in Italia. E’ il suo Paese, per certe cose gli mancava, e magari ha anche qualche discorso in sospeso con la sua carriera. Quinto: nel frattempo ha fatto esperienza, anche internazionale, ed è una cosa che non si compra al mercato".

Ok, bastano. E dunque?
"Dunque credo che l’Inter da questa scelta avrà solo da guadagnare". 

Obiezione dei maligni: Mancini grande allenatore di grandi squadre.
"E perché, chi l’ha detto che questa Inter non è una grande squadra?". 

Lo sa che è come se a Milano si fosse riaccesa una scintilla?
"Di Roberto a Milano resta in mente molto più quello che ha vinto del momento in cui disse addio. E l’Inter, i tifosi dell’Inter, avevano bisogno di questo: di ritrovare feeling con il loro allenatore". 

Mancini e Thohir sono fatti per avere un buon feeling?
"Dubito che Roberto avrebbe accettato un progetto così se non gli fosse piaciuto chi glielo ha proposto. E poi adesso il Mancio parla bene l'inglese e gli sarà facile spiegare al capo quello che ha in mente, quello che gli serve, quello che si può fare meglio". 

Una previsione: scommette che Mancini punterà su?
"Kovacic, perché gli piacciono i giocatori così: giovane, con qualità e non ha paura di prendersi responsabilità. Magari gli ricorda un ragazzino che al Bologna, più di trent’anni fa... Però occhio: Mancini non fonderà mai l’Inter su Kovacic, perché una delle sue leggi è il talento al servizio della squadra. La costruirà intorno a lui, quello sì: e potrà essere un vantaggio per Mateo e per l’Inter". 

Un’altra previsione: cosa dirà alla squadra prima del derby?
"Questa è più difficile, ma provo a immaginare: "E’ una partita di calcio come le altre, ma è più importante e soprattutto più bella delle altre: dunque, godetevela il più possibile"". 

E voi cosa vi direte il giorno di Inter-Udinese?
"Lo abbraccerò e magari gli dirò ancora 'grazie': perché mi ha fatto crescere come calciatore, ma senza saperlo già allora insegnava qualcosa all’allenatore che sarei diventato. Lo guardavo spiegare calcio, lo studiavo, cercavo di capire le sue idee. Non tutte, però molte erano simili alle mie: quelle che avevo allora e ho oggi. E’ strana la nostra vita, ma proprio perché è fatta così ci piace tanto".

Sezione: Copertina / Data: Dom 16 novembre 2014 alle 07:30 / Fonte: La Gazzetta dello Sport
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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