"Tutti sapete che io voglio rimanere all’Inter, ho un grande rapporto con la società e con i direttori. Stiamo parlando del rinnovo e siamo vicini all’accordo. Firma a febbraio? Troveremo il momento migliore per farlo". Come in campo così a parole: Milan Skriniar non è uno da 0-0. Non è mai banale. E, intervistato da Tuttosport, polverizza ogni dubbio sulla sua permanenza all'Inter.

Se la sente di fare una promessa ai tifosi: mai via prima di non aver vinto qualcosa con l’Inter? 
"Beh, io non ho ancora vinto nulla in carriera e sono venuto all’Inter anche per questo. Qui sono diversi anni che manca un trofeo, lo vuole la società, lo sognano i tifosi. Se riuscirò a vincere con l’Inter sarò ancora più felice". 

Quando Spalletti ha dichiarato che lei vale più di 100 milioni o che nessuno ha i soldi per comprarla, cosa ha pensato? 
"Che fosse uno scherzo. So che l’ha detto dopo la partita col Barcellona, ma io non ci credevo e, a chi me lo chiedeva, rispondevo che non era vero. Sicuramente fa piacere, però non è importante il prezzo, ma quanto faccio in campo. Se mi pesa? No. Lo stesso vale per chi diceva che ero stato pagato tanto quando ero arrivato all’Inter. Ci sono giocatori a cui certi discorsi possono creare pressione, a me no". 

Ci spiega perché l’Inter ultimamente segna così poco? 
"Creiamo molte occasioni, purtroppo però non riusciamo a concretizzarle. La soluzione del problema è semplice: dobbiamo stare più attenti ai dettagli che possono cambiare l’esito di un’azione". 

Come ha detto lei, per un difensore è importante non subire gol: quest’anno ne state prendendo pochi e siete fra le difese meno battute d’Europa. 
"Questo è il nostro obiettivo: anche perché se la porta resta inviolata, basta segnarne uno solo per vincere una gara". 

Come si prepara per affrontare un attaccante? Lo studia in settimana? 
"Sono al terzo anno in Italia, quindi molti avversari ormai li conosco. Altrimenti sì, guardo dei video oltre a quelli che ci preparano Spalletti e i suoi assistenti, proprio per capire meglio le caratteristiche di chi avrò di fronte". 

E Icardi com’è da marcare? 
"Quando ero alla Sampdoria, ho affrontato Mauro due volte. Lui è un attaccante diverso, perché magari per dieci minuti non lo si vede e poi rispunta per toccare un pallone e segnare. Succede la stessa cosa in allenamento. Per me è più complicato marcare un giocatore come Icardi, perché può capitare che cali la concentrazione. Preferisco avversari che mi tengano impegnato per tutta la partita". 

E Cristiano Ronaldo? 
"E’ forte, molto veloce con la palla fra i piedi e nei cambi di direzione. Penso però che a Torino siamo riusciti abbastanza bene a limitarlo". 

Oggi ai difensori viene chiesto anche di impostare il gioco: il suo passato da centrocampista l’aiuta in questo senso? 
"Sì, l’attitudine da centrocampista mi è rimasta, in fondo gioco centrale difensivo solo da cinque-sei stagioni. Mi piace costruire il gioco, dare il via all’azione". 

Chi è il difensore più forte al mondo? 
"Penso Sergio Ramos: ogni anno è votato fra i migliori, ha vinto tante Champions e segna parecchi gol. Mi piace anche Van Dijk. Ho osservato parecchio anche David Luiz e Thiago Silva perché voglio prendere qualcosa da ognuno di questi campioni". 

E Godin: cosa potrà portare in più all’Inter? 
"Esperienza e mentalità vincente. Lui è uno che ha vinto dei trofei, può darci una grossa mano e aiutarci a diventare più forti". 

Con De Vrij come va? 
"Bene. C’è un buon feeling, inoltre siamo anche compagni in camera qua ad Appiano. Però, per fortuna, non parliamo sempre di calcio". 

Spalletti invece com’e? 
"E’ un allenatore molto bravo e non ha problemi con nessuno. Con noi a volte è diretto, a volte ci sono situazioni in cui preferisce parlare più a lungo e spiegarsi meglio". 

Qual è la ricetta per avvicinarsi alla Juve? 
"Se ripenso agli scontri diretti, alcuni li abbiamo persi, ma per episodi. A Torino l’ultima volta abbiamo creato due-tre occasioni dove potevamo passare in vantaggio, poi hanno segnato loro su una nostra disattenzione. Questa è la loro forza: prendono pochissimi gol e poi con i grandi giocatori che hanno vincono le partite. A noi manca questo, portare a casa anche quelle gare dove a volte non giochiamo bene. La Juve quelle le vince tutte, noi no. Dobbiamo imparare a essere più continui, vincendo non solo due-tre partite di fila, ma molte di più". 

L’Inter può arrivare in fondo in Europa League? 
"Dobbiamo puntare ad andare più lontano possibile. Non è la Champions, ma arrivare in fondo sarebbe importante". 

La Champions le ha lasciato un ricordo amaro? 
"Purtroppo è andata così, ma il ricordo è bellissimo. Il primo incontro col Tottenham, vinto con un gol al 90’, è stato esaltante. E che emozione sentire quella musichetta all’inizio...". 

E’ tempo di mercato: un connazionale da consigliare all’Inter? 
"Secondo me Lobotka del Celta può diventare un giocatore fortissimo. Ricorda Torreira, l’ex regista della Sampdoria oggi all’Arsenal. So che l’Inter lo aveva seguito l’anno scorso, Ausilio mi chiese com’era e io gli avevo detto che era pronto per giocare in Serie A". 

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Sezione: Copertina / Data: Gio 24 gennaio 2019 alle 08:15 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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