Massimo Moratti non nasconde una certa amarezza riguardo alle notizie di un possibile abbattimento dello stadio Meazza. "Mi spiace davvero che si stia pensando di abbattere San Siro - dice l'ex presidente nerazzurro in un'intervista a Il Giorno -, per una doppia ragione: la prima concerne la visibilità e la comodità di uno stadio come quello di cui parliamo. Sembra di essere ad un cinema o ad un ristorante, la partita te la vedi benissimo, come fossi nel salotto di casa. La seconda ragione è di tipo sentimentale. Qui non parliamo solo di una struttura sportiva ma di qualcosa che fa parte della storia di Milano e dei milanesi".

Pur nella contrarietà per l'abbattimento del Meazza, Moratti riconosce la bontà dell'idea di un impianto di proprietà. "Questo è comprensibile ed accade quando ci sono società private di mezzo - continua -. È giusto che ci sia la libertà di decidere pensando al proprio business, perché non sempre il cuore prevale sul portafoglio". Tanto che lo stesso Moratti fu molto vicino a sviluppare un'idea simile, come racconta sempre l'ex presidente. "C’è stato un momento in cui anch'io ho tentennato. C’erano dei cinesi pronti a investire per uno stadio tutto nuovo, perché loro erano convinti che in questo modo ci sarebbe stata maggior attrazione anche per un turismo cinese di massa. Ma quella “tentazione” durò l’arco di una mattinata e poi svanì, ai cinesi interessava solo lo stadio. Ho sempre creduto che il progetto di Stefano Boeri fosse molto buono, perché sfruttava tutti gli spazi. E in quel momento c’era una grande attenzione per uno stadio polivalente, che avesse al suo interno un centro commerciale, spazi ricettivi come alberghi, ristoranti e negozi, uno spazio concepito come l’Amsterdam Arena o l’Allianz Arena di Monaco per capirci. E poi un quarto anello con spazi verdi, servizi al quartiere, aree vive non solo nei giorni di partita. Un progetto più che fattibile, come quello del 2008 e che riguardava un San Siro ancora in condivisione tra Inter e Milan ma con due ingressi permanenti e distinti".

Tutti progetti che non prevedevano, evidentemente, una demolizione del vecchio impianto. "Io eviterei di mandare le ruspe, lo ripeto. E questo perché anche avere due stadi male non fa. Se hai due proprietà, quell’impianto da 60mila posti sarà sempre tutto nuovo e può cambiare faccia più velocemente. E poi devo dire anche economicamente può valerne la pena, si spende di meno. Abbattere i costi non vuol dire dover abbattere San Siro che resta uno stadio magnifico".

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Sezione: Copertina / Data: Gio 28 marzo 2019 alle 09:25
Autore: Mattia Todisco
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