Presente all'evento a "La Triennale" sul calcio milanese negli anni '60, l'ex presidente dell'Inter Massimo Moratti ha raccontato i suoi ricordi dell'epoca e di suo padre, Angelo. FcInterNews, presente sul posto con il suo inviato, vi riporta le dichiarazioni dell'ex patron nerazzurro: “Da mio padre ho imparato ad avere un rapporto diretto con il tifoso, senza temerlo, ma vivendoci assieme. Non mi sono mai sentito da solo così, ma sempre appoggiato e aiutato da tutti. L’Inter non è un lavoro, è una passione, una cosa che solo Dio sa cos’è. Rispetto agli anni ’60 c’è stato un cambiamento nella popolazione che frequenta lo stadio: la tensione che esso provoca diventa una gioia meravigliosa nei momenti belli e fa ricordare i vecchi tempi. A Madrid faceva impressione vedere all’estero i nostri tifosi che esultavano e piangevano per l’Inter, una cosa meravigliosa, da commuoversi. Questo tipo di emozioni mi ha ricordato l’epopea di mio padre: anche se la gente che frequenta lo stadio è cambiata, i sentimenti delle persone rimangono gli stessi."

Poi una battuta su Corso, seduto di fianco a lui: "Avere a fianco un giocatore come Mario Corso è fantastico, è stato il mio vero idolo: quando giocavo a calcio cercavo di imitarlo, provavo le sue finte." Infine un'aneddoto sulla gestione del club imparata da Angelo Moratti e su Helenio Herrera: "Quando a mio padre Herrera chiedeva di vendere i giocatori lui quasi non ci faceva caso. Non vi dava peso, preferiva guardare come l’allenatore metteva la squadra in campo e lui aveva un grande rispetto per mio padre. Herrera al di là della simpatia e antipatia era un allenatore molto bravo: all’epoca era molto più difficile conoscere le squadre straniere, però lui si appuntava tutto su un librettino e spiegava ai suoi giocatori come giocavano gli avversari".

Andrea Morabito

Sezione: Copertina / Data: Gio 27 settembre 2018 alle 20:16 / Fonte: dall'inviato
Autore: FcInterNews Redazione
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