In esclusiva per la Gazzetta dello SportKylian Mbappé ha parlato del suo futuro senza dimenticare di dare un giudizio sulla Champions League appena conclusasi. "Non ho chiesto – precisa però il fuoriclasse – né di essere ceduto né di andare al Real Madrid. Ho solo confermato di non voler attivare l’anno in più previsto nel contratto. Con il Psg non abbiamo mai parlato di rinnovo, ma sono felice di restare qui la prossima stagione".

Allora facciamo un bilancio dell’annata conclusa con un’altra eliminazione agli ottavi di Champions, al di là dei titoli personali.
"Ai massimi livelli, per un competitore come me, l’obiettivo è di vincere tutti i titoli. Sapevamo che c’erano carenze che prima o poi si finisce per pagare. Bisogna imparare dagli errori di ogni stagione, per non ripeterli ogni volta: non sono parole a vanvera. Individualmente, invece, da qualche anno mi mantengo a livelli elevati: voglio continuare a progredire per rimanere sempre al top".

Che ha pensato della finale Champions tra City e Inter?
(sorride, ndr) "Da fan del Milan è difficile parlare bene dell’Inter, ma l’hanno preparata bene mettendo in difficoltà il City. Si è decisa su dettagli. Purtroppo il calcio è così, ma l’Inter deve essere contenta della prestazione, e complimenti al City".

Una lezione per il Psg?
"Tutti vogliono vincere la Champions, ma serve massima esigenza sempre, altrimenti c’è sempre una squadra che ti ricorda che non va dato nulla per scontato. Pochi pensavano che l’Inter potesse arrivare in finale e invece per poco non la vincono. Bisogna lavorare bene per essere migliori degli altri".

Anche Fiorentina e Roma sono andate in finale: un nuovo ciclo per il calcio italiano?
"Peccato per le sconfitte, ma è stato un bello spot per il vostro calcio. Fiorentina e Roma dimostrano che si può fare bene anche senza avere i grandi budget di Psg, Manchester City o altri big club europei. Così arrivano giocatori di qualità. Seguo la Serie A fin da bambino. Di certo Ronaldo ha portato nuova attenzione per un campionato sempre molto tattico, ma dove il livello generale si è alzato molto. Può essere l’inizio di un nuovo ciclo ascendente".

Lei ha preso posizione sui casi di razzismo contro Romelu Lukaku a Torino e Vinicius a Valencia. Da capitano della Francia può ormai fare in modo che le cose cambino: da dove iniziare?
"Da noi giocatori: dobbiamo uscire tutti dal campo e capire che abbiamo il potere di cambiare le cose. Se usciamo, si capirà che la situazione è grave. Con il Psg lo facemmo con il Basaksehir in Champions nel 2020 e la partita fu rigiocata. Lamentarsi non basta più. Con Vinicius c’è stata la mobilitazione della Federcalcio brasiliana, utile per mediatizzare. Nel 2023 non si può più permettere a una minoranza di rovinare il piacere del calcio: al di là dei soldi e della fama, giochiamo proprio per trasmettere ai tifosi il piacere di giocare e di vedere il calcio. Se ti trattano da scimmia, non hai più voglia di farlo. Certo, resterà sempre qualche razzista, ma serve più solidarietà tra i giocatori e non pensarci solo quando capita a te. Per Lukaku, i giocatori di Inter e Juve dovevano uscire: non c’è rivalità che tenga. Il razzismo va oltre il calcio. Anche le istituzioni devono cambiare: se sono lassiste, facilitano tali comportamenti. Vanno cambiate le regole. Da capitano della Francia sarà un tema su cui mi batterò. Serve svegliare le coscienze di tutti".

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Sezione: Copertina / Data: Mer 14 giugno 2023 alle 12:02 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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