Tre centrali in campo, ma senza prove di difesa a tre. Milan Skriniar, Stephan De Vrij e Joao Miranda si sono trovati contemporaneamente sul terreno di gioco ma in una situazione anomala. Era infatti una retroguardia a quattro, completata da Asamoah a sinistra, quella che ha affrontato il Tottenham. Un sistema nel quale Skriniar si è dovuto adattare da esterno basso a destra, vista la mancanza in contemporanea di D'Ambrosio e Vrsaljko e la scelta di Spalletti di affidarsi al collaudato 4-2-3-1 e non a un diverso modulo. L'intesa generale è andata anche oltre le aspettative, considerato che c'erano tutti i possibili alibi: scarsa conoscenza reciproca, un giocatore fuori ruolo, livello molto alto degli attaccanti avversari. Vediamo nel dettaglio come si sono comportati i tre centrali nerazzurri nella loro prima in contemporanea.

Milan Skriniar

Gara difficile, viste le premesse. Laterale per emergenza, non abituato ai movimenti da compiere. Quando vede spazio davanti preferisce il passaggio corto alla galoppata palla al piede, che pure ha nelle sue qualità. Psicologicamente non è lo stesso giocare in una posizione che maneggi senza problemi o da adattato a un compito solitamente non tuo. Anche difensivamente non è il solito Skriniar. Prende un giallo dopo 20' che lo condiziona pesantemente, soprattutto nella ripresa con l'ingresso di Lucas. Finché deve vedersela con Son, infatti, le sofferenze sono al minimo. A metterlo in grande difficoltà è il brasiliano, con il suo dribbling secco e la maggiore freschezza.

Stephan De Vrij

E' l'uomo che più di tutti, nel quartetto arretrato, è chiamato a dettare i tempi in ripiegamento e in uscita. Sbaglia nel momento in cui si fa prendere alle spalle da Kane, a metà primo tempo. L'inglese lo grazia e lui ha il merito di tornare a giocare come nulla fosse. Ha leadership ed eleganza quando gioca palla al piede, magari non ancora la capacità di lancio che più volte ha mostrato nella Roma biancoceleste, ma per quella serve un feeling con i compagni più avanzati per i quali bisognerà aspettare. Rispetto all'avventura capitolina ha già portato a Milano una dote fondamentale: la presenza nelle due aree. Ne prende tante di testa, una su tutte al 92' quando serve a Vecino la torre per il 2-1.

Joao Miranda

Kane fallisce una grande occasione e poi sparisce dalla cronaca degli highlights. Merito, anche, del brasiliano, che non riesce quasi mai a strappare palla all'inglese nel corpo a corpo lontano dall'area ma ne riduce sensibilmente la capacità nelle sponde. I pericoli per l'Inter arrivano soprattutto da altre zone del campo, raramente dalla sua. Sfortunato, non colpevole, quando devia il tiro di Eriksen che finisce in rete. Difficile chiedergli una migliore impostazione, non è nelle sue corde e Spalletti lo ha ben sottolineato nel post-partita. In gare di questo livello la sua presenza si sente, perché superarlo è impresa ardua per tutti.

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Sezione: Copertina / Data: Mer 19 settembre 2018 alle 11:29
Autore: Mattia Todisco
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