Un altro anno sta finendo. Il 2019 è stato un anno bipolare, per la storia dell’Inter. Provando a rimettere ordine all’interno della cronistoria nerazzurra, nello sconquasso di situazioni, vicende, acquisti e cessioni che caratterizzano il mondo del calcio, emerge un fil rouge sottile tanto quanto evidente che collega i primi mesi dell’anno a questo dicembre in cui l’Inter ha conquistato la testa della classifica in Serie A ed è rimasta aggrappata a un sogno impronunciabile che vuole cullare a partire dal mercato di gennaio. La prima stagione di Conte è iniziata al grido di Pazza Inter No More, a marcare un netto segno rosso con quel passato che poche settimane prima si era guadagnato in un omaggio a Monsieur Rocambole l’accesso diretto ai gironi di Champions League. Siete pronti? Cominciamo con i 5 episodi della Parte I

EP. 1 - LA RICHIESTA E LA FASCIA

L’Inter è una squadra che rispetta le tradizioni. Di conseguenza, d’inverno soffre. Nonostante la vittoria contro il Napoli nel Boxing Day, il 2019 inizia con cattivi presagi: dopo la pausa natalizia dei primi di gennaio e l’agile vittoria contro il Benevento in Coppa Italia, l’Inter torna a focalizzarsi sul campionato. Ma nel giro di due settimane la stagione deflagra: a uno striminzito pareggio con il Sassuolo, segue l’annuncio di Marotta: Perisic ha chiesto la cessione ed è temporaneamente fuori squadra. A quell’annuncio, segue la sconfitta contro il Torino, l’eliminazione dalla Coppa Italia ai calci di rigore contro la Lazio, dopo gli errori dal dischetto di Lautaro e Nainggolan, e un’altra dolorosissima sconfitta a domicilio, questa volta comminata dal Bologna di Mihajlovic.

E’ forse l’unico momento della sua gestione in cui Spalletti, almeno per la stampa, ha un piede e mezzo fuori da Appiano Gentile. Dopo la debacle a domicilio degli uomini di Mihajlovic addirittura si vocifera di un contratto da traghettatore pronto per Esteban Cambiasso, eroe del Triplete e amatissimo dal tifo interista. Il Presidente Zhang e Marotta confermano il tecnico, ma probabilmente è in questo periodo in cui si convincono che c’è bisogno di andare oltre. 

La svolta arriva a Parma, una partita soffertissima: l’Inter vince grazie ad una giocata di Lautaro Martinez, subentrato a partita in corso, e il sereno sembra tornare ad Appiano. Anche perché il mercato si è chiuso, l’Inter non ha svenduto Perisic e il croato è tornato a disposizione del mister.

Sembra essere tornato il sereno, per l’appunto. Perché negli spogliatoi del Tardini succede qualcosa, probabilmente la goccia che fa traboccare il vaso. E nella settimana successiva, esce il tweet che cambia per sempre la storia dell’Inter: il nuovo capitano è Samir Handanovic

Inutile ripercorrere le tappe che hanno portato alla revoca della fascia di Icardi, così come non ha senso rivivere i 53 giorni passati sull’Aventino dell’ex numero 9 interista. Una situazione esagerata, partita dal tema del rinnovo contrattuale e degenerata in una delle assenze più rumorose della storia recente dell’Inter. Con l’attacco decimato, vista anche l’assenza di Keita e l’andirivieni di Nainggolan dall’infermeria, l’Inter esce dall’Europa League e il 3 marzo viene superata dal Milan in classifica, dopo un’altra sconfitta a Cagliari. La stagione sembra aver preso una brutta china, con alle porte il derby di ritorno.

EP. 2 - IL DERBY DEL TORO 

Pur nella tempesta, l’Inter ha delle certezze cui aggrapparsi. L’esperienza di Spalletti è stata fondamentale in entrambe le stagioni per evitare che la barca si ribaltasse definitivamente. E in momenti topici della stagione, ha avuto a disposizione la classe e la qualità di un singolo che hanno fatto la differenza. Il derby di ritorno, con il senno di poi, è valso l’ingresso in Champions League: l’Inter lo affronta da quarta forza del campionato, dopo un periodo disastrato e ancora senza Mauro Icardi. In quel frangente, è Lautaro Martinez a emergere: il Toro porge l’assist per il primo gol a Vecino e poi suggella il risultato con la rete su rigore che vale tre punti, il controsorpasso e la scintilla definitiva con il pubblico di San Siro. Di lì a pochi giorni Icardi tornerà in squadra e Spalletti alternerà Maurito e Lautaro con il misurino, ma quei 53 giorni hanno dato una risposta su chi sarà l’attaccante titolare della stagione 2019/20. 

EP. 3 - PAZZA INTER, THE LAST DANCE

La stagione prosegue, l’Inter caracolla verso un ormai insperato quarto posto. Perde in casa con la Lazio, poi inanella una serie di pareggi utili che non fanno danni, ma non permettono alla squadra di suggellare l’obiettivo minimo della stagione. Si respira un clima strano, perché in primavera già si parla di Antonio Conte e di imminente rivoluzione. Insomma, si danno per scontate un po’ troppe variabili. Lautaro s’infortuna, Keita latita fin proprio all’ultimo, Perisic esce completamente dai radar qualitativi della squadra eppure l’Inter è lì, resiste con la forza dei nervi e si aggrappa alla sua difesa per evitare di mancare il bersaglio grosso. Spalletti ha l’occasione di chiudere il discorso UCL contro il Napoli, ma una sonora sconfitta rimanda - ancora una volta - tutti i discorsi all’ultima giornata, in casa contro l’Empoli che lotta per non retrocedere.

La partita è pazza, tutti i tifosi interisti probabilmente la inseriranno nel Pantheon delle gare per cui hanno perso qualche capello. Dagli altri campi rimbalzano i risultati che costringono l’Inter a vincere. Il gol non sembra voler arrivare, un incantesimo impera a San Siro. Sugli spalti, il fiato sospeso. Poi Keita sembra rompere gli argini, uno squillo esattamente un girone dopo il gol vittoria che doveva consacrarlo e che invece è stata la sua maledizione. L’Empoli non ci sta, si addossa in area di rigore di Handanovic e trova il pari. Se prima c’era un incantesimo sul campo del Meazza, ora è diventato un picnic di fantasmi. 

Alla fine sarà l’uomo di Spalletti per eccellenza, protagonista delle più indicibili avventure fuori dal campo, a suggellare la qualificazione - dopo una sgroppata di Vecino, sospinto dalle urla di tutta San Siro. Gli ultimi minuti sono una sfida al coraggio del tifoso: l’Empoli entra da tutte le parti, l’Inter mantiene una parvenza di calma e l’ultimo assalto dei toscani si infrange su una spaccata di Danilo D’Ambrosio che si stampa sulla traversa, e chiude i giochi. Il bacio sulla testa di Handanovic da parte di Milan Skriniar, a fine gara, certifica l’importanza del nuovo capitano nell’ultimo atto: le sue parate, i nervi di un gruppo dissestato e un po’ di fortuna, sono valsi l’ingresso in Champions League. È come se tutti lo sapessero, che di lì a poco sarebbe cambiato tutto: e questo è stato, per ora, l’ultimo omaggio a una tradizione di follia a tinte nerazzurre, che va vissuta con parsimonia, altrimenti chi li sente i discorsi sulla pressione. Spalletti saluta il suo pubblico per l’ultima volta, con il cuore pesante per la malattia del fratello. Un finale tragico per una storia di sport, che grata saluta e ringrazia, e si prepara per una nuova sfida. 

EP. 4 - NO MORE 

Il C-Day è il 31 maggio. Antonio Conte è il nuovo allenatore dell’Inter, firma un contratto da dodici milioni a stagione. Marotta prosegue la sua rivoluzione e veste di nerazzurro l’allenatore italiano reduce da due stagioni al Chelsea, dopo aver quasi eliminato la Germania a Euro 2016 con un’Italia incerottata. L’annuncio con cui viene celebrato l’arrivo di Conte è emblematico del cambio di marcia, della necessità di compiere quel gradino successivo che a livello programmatico e sportivo l’ambiente richiedeva per issarsi nell’élite del calcio mondiale. L’Inter ha tanto da fare, Conte dichiara: “Ora tocca a me”. Nel video di presentazione scende da una macchina nera sotto la sede dell’Inter, con il Presidente Zhang che aspetta nei nuovi uffici interisti il suo arrivo. Simbolo di un’intesa nata fin dai primi momenti e suggellata dal video in cui compare anche Alessandro Cattelan, in cui Conte annuncia: Pazza Inter No More. Ci crediamo? 

EP. 5 - L’ANNUNCIO 

Un altro segnale dell’inversione di rotta è l’annuncio che Beppe Marotta, a sorpresa, compie attraverso un’intervista a Sky Sport, poco prima dell’inizio del ritiro - blindassimo - a Lugano dell’Inter: Mauro Icardi e Radja Nainggolan sono fuori dal progetto Inter e verranno ceduti in estate. L’ambiente non è preparato a questo stile comunicativo, quindi sui social impazzano le discussioni di sorta e si teme che la doppia cessione annunciata - ma difficile da mettere in pratica in tempi brevi - possa bloccare il mercato dell’Inter. Alla fine Nainggolan parte il 5 di agosto, per un ritorno in prestito al Cagliari. La telenovela di Icardi si arricchisce di ulteriori capitoli, con l’epilogo (temporaneo) di un’altra cessione in prestito, questa volta al Paris Saint German - dove Maurito non smette di segnare. A completare il terzetto, dopo una manciata di amichevoli Conte si esprime pure su Perisic, i cui difetti di applicazione gli impediscono di giocare nella linea a cinque del tecnico salentino. Pure lui si accomoda su un charter in uscita, direzione Monaco di Baviera. Un altro tassello che parte è Joao Mario, sempre in prestito, alla Lokomotiv Mosca: qualora questi ultimi tre nomi venissero riscattati, l’Inter avrebbe a disposizione per la stagione 2020/21 un tesoretto di cento milioni. Nainggolan sembra destinato a rientrare alla base, in attesa di capire meglio il suo futuro. Fin dal ritiro, si percepisce che la musica è cambiata: tutto per non ritrovarsi nella situazione del gennaio scorso, quando i botti di capodanno arrivarono in ritardo - e tutti nello spogliatoio dell’Inter. 

VIDEO - QUANTA INTER ALL'ADDIO DI FORLAN: GOL DI MILITO E CAMBIASSO, ASSIST-MAGIA DI VERON

Sezione: Copertina / Data: Mar 31 dicembre 2019 alle 11:30
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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