Dopo il deficit di 246 milioni di euro registrato dall'Inter nell'ultimo esercizio finanziario, record storico negativo per il calcio italiano, la missione primaria della dirigenza nerazzurra è diventata inevitabilmente riequilibrare la gestione economica mantenendo alta la competitività sportiva. Nei mesi scorsi, non a caso, Steven Zhang aveva chiesto di ridurre del 15% il monte-ingaggi, fissato in partenza - nei dati di Gazzetta.it - a 175 milioni di euro. Poi cosa è successo? Tra entrate e uscite - sottolinea la rosea - il saldo sarebbe positivo per una decina di milioni di euro, ma non vanno dimenticati i rinnovi contrattuali, alcuni al ribasso (D’Ambrosio, Ranocchia, Kolarov) altri al rialzo (Bastoni, Lautaro, Barella, Dimarco) per una maggiorazione di spese che nel 2021-22 dovrebbe attestarsi sugli 8 milioni di euro circa. Quest’anno il parco giocatori ha, quindi, assorbito, una riduzione di un paio di milioni sul costo del lavoro. 

In merito al capitolo allenatore, con il cambio in panchina si è passati dai 24 milioni lordi di Conte agli 8 di Inzaghi che ha consentito un risparmio di ulteriori 16 milioni. "Arriviamo, così, al -18 milioni di stipendi del personale tesserato nel 2021-22, per un ammontare di circa 157 milioni (al netto dei premi). Il taglio è dell’ordine del 10% contro il 15% prefissato dalla proprietà. L’esigenza di blindare i gioielli - sia nell’ottica di patrimonializzare il club sia nella prospettiva di valorizzare alcuni asset – si è andata inevitabilmente a scontrare con l’operazione-risparmio. Un’operazione che, peraltro, non è terminata", scrive il collega. 

Sezione: Copertina / Data: Gio 10 febbraio 2022 alle 17:09
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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