Lunga intervista della Gazzetta dello Sport al presidente federale Gabriele Gravina, che ha parlato al 360 gradi del momento del calcio italiano.

Presidente Gravina, lei rincorre riforme di lungo respiro, ma il nostro calcio vive quotidianamente di emergenze che richiedono decisioni eccezionali: l’ultima è il razzismo negli stadi. Cosa sta studiando la Figc?
"È innanzitutto un problema culturale, su cui dobbiamo lavorare tutti insieme, associazioni sportive e istituzioni del Paese, sensibilizzando le famiglie e le scuole. La prevenzione è fondamentale, noi nel nostro piccolo ci stiamo avvicinando all’Europeo Under 21 con un ciclo di lezioni di educazione sportiva nelle classi. Sulla repressione del fenomeno, rispetto le idee del ministro Salvini, ma la Figc deve seguire le indicazioni di Fifa e Uefa. Nel prossimo Consiglio federale di fine mese, semplificheremo l’iter di sospensione delle gare previsto dall’articolo 62 delle Noif: contestualmente all’annuncio dello speaker, il gioco verrà temporaneamente sospeso e le squadre si raduneranno al centro del campo. Se i cori continuano, si va negli spogliatoi. A quel punto il responsabile dell’ordine pubblico deciderà se sospendere o riprendere la gara".

Dunque, non sarà l’arbitro a prendersi questa responsabilità?
"Lo escludo, l’arbitro deve fare l’arbitro. È impensabile che debba essere lui a prendersi la responsabilità di mandare a casa 50mila persone".

E chi dovrà segnalare i cori razzisti?
"Ci sono i collaboratori della Procura federale e il funzionario del Viminale: saranno loro a segnalarli al quarto uomo e ad attivare la procedura".

Sul piano delle sanzioni, è giusto punire questi fatti con la chiusura di interi settori o stadi?
"Io credo che le responsabilità debbano essere personali, altrimenti diventiamo prigionieri di pochi delinquenti. La responsabilità oggettiva delle società è un caposaldo del codice di giustizia, ma riflettiamo se non il sia caso di attenuarla aggiungendo delle esimenti. Se il resto dello stadio, ad esempio, sovrasta i buu con segni di disapprovazione, ne dovremo tenere conto".

Capitolo Var: la lunga sosta del campionato sarà servita per un check-up arbitrale?
"Le procedure di oggi richiedono una rivisitazione, questo è innegabile. Dobbiamo essere più aperti, forse nel girone d’andata l’intervento della video assistenza si è interpretato, a volte, come un peccato di lesa maestà. Però anche noi dobbiamo aiutare gli arbitri con le nostre dichiarazioni, non possiamo continuare ad additarli come i responsabili di uno sfascio. Spero che le feste natalizie abbiano riportato un po’ di serenità".

Il c.t. Mancini sogna l’accoppiata Europeo-Mondiale: per una Nazionale che ha clamorosamente saltato l’ultima rassegna iridata, è pensare troppo in grande?
"Quando me lo ha detto la prima volta, sognava ad occhi aperti. Ma ora ha iniziato a dare al sogno dei contorni reali. Mi fa piacere, il progetto sta crescendo, abbiamo una delle Nazionali più giovani della storia. Se lui vuole, andiamo a pregare insieme da qualche parte".

L’ultima sentenza della Cassazione sembrava aver messo fine a Calciopoli, ma la Juventus ha presentato un nuovo ricorso al Collegio di garanzia del Coni. Stupito?
"No, mi era stato preannunciato da Andrea Agnelli, con cui mi auguro si arrivi presto ad una stretta di mano che chiuda la vicenda, anche alla luce delle sentenze già emesse".

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Sezione: Copertina / Data: Mar 15 gennaio 2019 alle 10:10 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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