Due stagioni in nerazzurro dal 1998 al 2001 intervallate dal prestito al Verona, prima delle esperienze con Parma, Fiorentina, Genoa e per chiudere in Turchia con il Bursaspor. Intervistato dal magazine francese So Foot, Sabastien Frey ripercorre i suoi diciotto anni di carriera che lo hanno visto esordire in Italia tra i pali della porta dell'Inter. "Il Cannes non se la passava bene e dovette vendere i suoi giocatori migliori per superare i controlli della DNCG (Direction Nationale du Controle de Gestion). Un giorno mi dissero che c'era un osservatore dell'Inter venuto a studiarmi. Quindi lo incontrai, era Walter Zenga! Io non parlavo italiano, lui non parlava francese, ma riuscimmo comunque a capirci. Poi l'Inter mi invitò a vedere una partita degli ottavi di finale di Coppa Uefa contro lo Straburgo, il 3-0 dopo lo 0-2 dell'andata. Ero un ragazzino di 17 anni e mi trovavo in un San Siro infuocato, nella tribuna presidenziale che è ancora più calda. Mi offrirono la giacca del club e dopo la partita mi portarono negli spogliatoi. C'erano Ronaldo, Djorkaeff... Il giorno dopo firmai il mio contratto!".

Frey non fu l'unico francese ad approdare in quell'anno alla corte del club di Moratti: "Eravamo io, Ous Dabo, Papus Camara e Micka Silvestre. Abbiamo avuto la fortuna di trovare lì Benoit Cauet che ci diede una grossa mano. Un ragazzo d'oro! Non dimentico Djorkaeff né Taribo West. Campioni, ma ragazzi molto semplici e umili". Fu l'inizio di una lunga avventura italiana: 15 stagioni in Serie A e 446 presenze che lo hanno portato a essere il terzo straniero in Italia di tutti i tempi e il trentesimo di tutti i Paesi. "È un peccato se ne parli così poco in Francia, perché penso sia una bel traguardo riuscire a imporsi in un campionato all'estero, per di più come portiere, un ruolo storicamente 'protetto' in Italia. Ho dovuto lavorare come un matto per mantenere il mio posto".

Sezione: Copertina / Data: Ven 11 dicembre 2015 alle 20:52
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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