Si racconta, e racconta di suo padre, Gianfelice Facchetti ai microfoni de Il Corriere di Bergamo. A undici anni dalla scomparsa di Giacinto il figlio lo ricorda così, partendo dalla sua esperienza come barista.

Il barista con un cognome come il suo?
"Nel calcio avevo già dato. Avevo fatto il portiere nelle giovanili dell’Atalanta, ma a un certo punto, intorno ai 22 anni ho capito che quella non sarebbe stata la mia strada. Calciatori si nasce, ma si può anche diventare pensando di avere un’attitudine che mi sono reso conto di non avere".

Papà che diceva?
«Nulla, mi lasciava fare, in attesa che capissi cosa volevo fare da grande. Io non dicevo a nessuno di chi ero figlio, finché un giorno me lo vidi comparire al bar: vorrei un cappuccino. Io non sapevo se dare del tu o del lei, mentre la proprietaria del locale, interista sfegatata, a momenti sveniva dall’emozione».

Lunedì saranno 11 anni dalla scomparsa di suo padre. Con il nome di fiore che portava, Giacinto, sembrava non dovesse sfiorire mai.
«E questa è stata una “fregatura” anche per noi. Ha nascosto la malattia a tutti, perfino i medici non si capacitavano di come riuscisse ad essere così forte. Lo abbiamo saputo tardi».

Chissà cosa penserebbe se fosse qui… 
«È una domanda che mi faccio spesso, in chiave personale soprattutto. In questo tempo ho avuto due figli che lui non ha conosciuto, non su questa terra ma chissà, ma mi piace pensare che da qualche parte si siano incontrati. Era un padre affettuoso, ma anche un amico. In chiave professionale, invece, credo che sarebbe arrivato a ricoprire un ruolo istituzionale, in ambito federale».

Anche l’Inter non è più quella di dieci anni fa, come vede il mondo nerazzurro?
«Ho stima e fiducia in Spalletti e Sabatini. Il mercato estivo è stato meno appariscente di altre società ma comunque di sostanza e, tra le altre buone notizie, ci metto anche la nomina ad amministratore delegato di Alessandro Antonello: da buon bergamasco, concreto e attivo, darà un contributo importantissimo alla società».

Sezione: Copertina / Data: Sab 02 settembre 2017 alle 16:25
Autore: Filippo M. Capra / Twitter: @FilMaCap
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