Sensi è un talento eccezionale, non mi sorprende affatto la sua esplosione ad altissimi livelli. Ha una personalità e una velocità di pensiero fuori dal comune che lo rendono uno dei centrocampisti più forti in circolazione”. Rino Foschi s’illumina nel parlare di uno dei suoi pupilli, scoperto e lanciato ai tempi del Cesena. Uno dei tanti della collezione dell’esperto dirigente romagnolo che in quell’anno svezzò anche Mattia Caldara e Frank Kessie e in passato scoprì - tanto per fare un nome - Edinson Cavani, portato al Palermo dal Danubio per appena 4 milioni di euro. Chi meglio di lui per analizzare e raccontare da vicino l’esplosione del centrocampista di Urbino.

Direttore, ci racconta il suo primo impatto con Sensi?
“Ero appena tornato a Cesena da direttore e in Primavera vidi questo centrocampista piccolino che con il pallone incantava. Lo mandai a fare esperienza in prestito al San Marino e l’anno dopo decisi di affidare a Stefano le chiavi del centrocampo della squadra. In tanti erano scettici per il fisico e l’altezza, non io. Anche perché il talento non si misura dai centimetri. Le dico di più...”.

Prego.
“A chi sollevava dubbi sulla statura rispondevo sempre che Sensi era alto due centimetri in più di Verratti che giocava titolare nel Psg”.

A lei si deve anche l’etichetta di Sensi quale Iniesta italiano. Come nacque quel paragone?
“Durante il mercato invernale c’erano un po’ di richieste e in tanti mi chiedevano a chi assomigliasse e lo accostai allo spagnolo. Per caratteristiche e struttura c’erano diverse somiglianze e la carriera che Stefano sta facendo sta dimostrando come il parallelo non fosse poi così azzardato...”.

Il punto di forza di Sensi?
“Ha una velocità di lettura dell’azione e della giocata pazzesca. Come mezzala non si risparmiava neanche ai tempi del San Marino, quando lottava e picchiava come un mediano per evitare di retrocedere in D. Inoltre voglio spendere due parole anche a livello umano: Stefano è un ragazzo perbene, forse troppo per il momento del calcio. Sono davvero affezionato a lui e posso sembrare di parte, ma credetemi”.

È vero che lo caldeggiò a Roberto Mancini?
“Una domenica la Serie A non giocava per le nazionali e invitai Roberto (all’epoca allenatore dell’Inter, ndr) al Manuzzi per seguire dal vivo Sensi”.

Nel 2016 piaceva a tutte le big, ma la spuntò la coppia Carnevali-Marotta...
“Tutto vero. Venne il Napoli a vederlo e ne parlai direttamente con Galliani, ma Carnevali con l’aiuto di Marotta anticipò tutti. Vendemmo Sensi a gennaio per 5 milioni più bonus al Sassuolo che lo acquistò in sinergia con la Juventus. Al timone della dirigenza bianconera c’era Marotta: evidemente a Beppe piaceva già all’epoca e questa estate è stato bravo a portarlo a Milano. Con Sensi l’Inter ha fatto davvero un grande colpo”.

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Sezione: Esclusive / Data: Lun 16 settembre 2019 alle 19:10
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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