"L’anno scorso dovevano giocare proprio contro i giallorossi all’Olimpico e io ed Eto’o avremmo dovuto giocare da esterni, con Okaka (e negli ultimi 15' Muriel, ndr) in mezzo. Ebben, Samuel è venuto da me e mi ha detto: “Non mi interessa se dobbiamo fare i terzini, oggi dobbiamo vincere”. Il risultato è che noi abbiamo corso avanti e indietro sulla fascia e la Sampdoria si è portata a casa i 3 punti. Samuel raccontava anche dell’anno del Triplete con l’Inter, dicendo che se glielo avessero chiesto avrebbe fatto anche il portiere. Io lo ascoltavo e mi venivano i brividi. Insomma, se l’ha fatto lui, perché non dovrei farlo io?". Eder, in poche parole, spiega al Corriere dello Sport la sua visione del calcio dalla quale si comprende come l'assenza di gol non gli pesi più di tanto. Nessuna firma nelle sue prima otto uscite in nerazzurro, ma anche nessun problema: l'ex Samp pensa prima di tutto alla squadra.  
 
Non mi dica, però, che non le piacerebbe rompere il ghiaccio proprio all’Olimpico... 
"Ma certo. Per un attaccante il gol è sempre importante. Poi, dopo averne fatti 12 fino a gennaio, ci ho anche preso gusto. Ma se dovesse segnare Miranda e l’Inter vincere, io metterei subito la firma. La verità è che sono i risultati ad influenzare i giudizi". 
 
Beh, al di là delle ultime vittorie, quelli dell’Inter nel 2016 non sono stati così positivi. 
"Appunto. L’altra settimana guardavo un servizio su Mandzukic, nel quale veniva celebrato per le sue rincorse in difesa. Poi hanno segnato Barzagli e Lemina, ma, se contro l’Atalanta la Juventus non fosse andata oltre lo 0-0, cosa avrebbero detto? Le dico un’altra cosa. Se l’Inter dovesse chiudere il campionato al terzo posto, si parlerebbe di quanti gol ha segnato Eder o della Champions?". 
 
Con 5 punti di distacco, di fatto la vittoria è l’unico risultato per l’Inter? 
"Un successo ci darebbe la carica per andare ad agguantare i giallorossi. Ma non credo che i giochi sarebbero chiusi in caso di pareggio. Mancherebbero altre 8 giornate e, con 24 punti a disposizione, potrebbe ancora accadere di tutto. Certo in caso di sconfitta, la situazione diverrebbe parecchio complicata per noi". 
 
Ma l’Inter, adesso, potrebbe mettere insieme 8 successi di fila? 
"Perché non 9, allora? Sono le giornate che mancano alla fine del campionato. Nel calcio si può fare qualsiasi cosa. Qualcuno credeva che potessimo rimontare la Juventus in Coppa Italia? Invece, siamo andati ad un passo dalla finale. Quando scatta quel qualcosa, non ci sono limiti. L’importante è crederci". 
 
Quindi l’Inter ha svoltato proprio in quella partita? 
"Ci siamo parlati tanto e a lungo. Mancini ci ha detto che, sia nell’andata di Coppa Italia sia a Torino in campionato, la differenza l’avevano fatta alcune nostre disattenzioni, ma la Juventus non ci aveva dominato. Ci ha caricato, ci ha spinto a rifarci. Così è arrivata una risposta importante, anche se non sufficiente per passare il turno. E’ servita, però, per restituirci convinzione e fiducia, permettendoci di vincere bene con Palermo e Bologna". 
 
Le toccherà giocare da centravanti? 
"L’ho già fatto proprio in quella gara e non mi sembra che sia andata così male... Lo farò con le mie caratteristiche, perché io non sono un attaccante che resta in area di rigore ad aspettare il pallone buono per segnare. Per me conta essere utile e fare ciò di cui ha bisogno la squadra. Ad ogni modo, mi dispiace che proprio per una sfida così delicata non ci siano Icardi, Palacio e Jovetic. Noi, però, ci faremo comunque trovare pronti".  
 
Sarebbe cambiato qualcosa se fosse arrivato a fine agosto e non a fine gennaio? 
"Parecchio. Non è facile cambiare a metà stagione. Anche per ragioni che vanno al di là del campo. Ad esempio, io sono qui da un mese e mezzo, ma solo da una settimana sono entrato nella mia casa nuova. Non cerco scuse, ma è la realtà. D’estate ci sarebbe stato più tempo per ambientarsi e inserirsi". 
 
Per l’Inter, ha detto no al Leicester... 
"Sì e non me ne pento. Ripeterei la stessa scelta. Con tutto il rispetto, l’Inter è l’Inter. Sono da tanti anni in Italia e so cosa significhi questa maglia. Con il Leicester, però, era praticamente tutto fatto. Avevo anche parlato con Ranieri, che è una persona eccezionale e voglio ringraziarlo. Farò il tifo perché vinca la Premier. Ma non potevo rinunciare all’Inter". 
 
Non c’entra quindi il timore di perdere la Nazionale? 
"Macché. Sarei andato in Inghilterra, non in Cina. Conte, peraltro, ha continuato a chiamare Darmian e Pellè". 
 
Pensa di andare all’Europeo? 
"Lo spero. Credo sia normale, dopo 8 convocazioni in azzurro. So che non è facile, devo guadagnarmi il posto, giocando e facendo bene con l’Inter. Ma qui c’è parecchia concorrenza".  
 
A proposito di compagni azzurri, sta scaldando il posto a Soriano? 
"Non so cosa accadrà. Ma, se dovesse arrivare davvero, per l’Inter sarà un grande colpo. Soriano è innanzitutto un bravo ragazzo, ma anche un grande calciatore, un centrocampista moderno, in grado di interpretare al meglio entrambe le fasi".  

Sezione: Copertina / Data: Ven 18 marzo 2016 alle 08:00 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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