Arriva la prima in nerazzurro per il tecnico Frank De Boer. Parlare di 'mano dell'allenatore' francamente è prematuro, qualcosa di manciniano ancora è normale si veda, ma il tecnico olandese ha delle chiare idee di gioco e qualcosa è emerso ieri a Limerick nell'amichevole contro il Celtic.

Il pressing si è alzato di qualche metro: Icardi ha spesso ricevuto l'appoggio sulla medesima zona di pressione da parte di Kondogbia (che ha frequentemente compiuto una staffetta con Banega nel primo pressing) nel primo tempo, creando così una linea a 4 alta che ha visto Eder e Perisic ai lati della diagonale, permettendo quindi a Banega e Medel di stazionare qualche metro oltre il centrocampo in modo da attaccare molto più rapidamente una possibile uscita della palla. Non si è vista proprio una densità perfetta, ma l'idea di un recupero repentino è stata certamente una richiesta del tecnico che i giocatori hanno quanto meno recepito.

E' stato facile notare come Banega sia il fulcro del gioco nerazzurro. Fin dall'inizio l'argentino tende a toccare tanti palloni, prendendo così confidenza con la sfera. Questo permette di mettere in ritmo sia se stesso ma soprattutto i compagni, quindi cercare la profondità con tocchi semplici e utili ai fini della superiorità numerica. Spesso infatti gli esterni d'attacco hanno stretto il campo entrando alle spalle della diagonale difensiva, approfittando delle illuminazioni del fantasista argentino che, innescando tanti 'dai e vai', ha permesso interessanti triangolazioni. I terzini hanno letto tutto sommato male le sovrapposizioni, spesso sono rimasti bassi, schiacciati, e non hanno permesso agli esterni d'attacco la libertà dell'uno contro uno che è giusto abbiano. Nonostante però questi abbiano peccato in fase di possesso alto, si sono distinti nei movimenti utili per l'uscita della palla: Medel è spesso sceso sulla zona dei due centrali, permettendo quindi ai laterali di prendere dieci metri di campo, utili per fluidificare il gioco sui centrali di centrocampo, e raramente l'uscita della sfera è stata mal seguita. Buoni quindi i movimenti di Kondogbia che seppur con qualche sbavatura ha portato rapidità alle transizioni, anche con qualche dribbling che ha permesso spesso di cambiare il ritmo.

L'attacco della profondità (e qui soprattutto si vede il lavoro di MancinI) è stata l'idea di gioco dominante nella gara, anche se la squadra ha provato ad assimilare il concetto di 'densità di gioco', ossia un giro palla stretto in 25 metri, capace di coinvolgere l'intera squadra, compresi i centrali di difesa. Questo consente di tenere una circolazione fluida e dare ritmo costante a ogni giocatore. Si sono certamente avvertite sbavature, ma l'entusiasmo di voler capire e assimilare, anche in pochi giorni, le richieste del tecnico fa parte della lista dei segnali positivi.

Una delle poche note stonate (insieme ai movimenti di difesa in fase di non possesso) è stata la prestazione di Mauro Icardi. E' chiaramente inutile creare allarmismo o emettere sentenze definitive, ma l'attaccante è stato probabilmente l'unico calciatore fuori dai concetti di gioco di squadra. Mai fuori dalla zona d'area, mai propenso a giocare spalle alla porta, mai disposto a fare da filtro per gli inserimenti dei centrocampisti. Una squadra con Perisic e Candreva (che ha fatto sentire la sua qualità attaccando benissimo gli spazi) deve avere una punta in grado di scalare, cercare il dialogo fuori dai 18 metri base attorno l'area, anziché chiudersi tra i due centrali e limitare le linee di passaggio dei compagni.

Nonostante il risultato di 2-0, la squadra ha tanto da lavorare e certamente lo farà. Tecnico e calciatori avranno modo di capirsi, ma il segnale positivo è la volontà del gruppo di voler assimilare più velocemente possibile quei 3-4 dettami che Frank De Boer ha dato impressione di voler vedere fin da subito.

Ernesto D'Ambrosio

Sezione: Copertina / Data: Dom 14 agosto 2016 alle 19:39
Autore: Redazione FcInterNews / Twitter: @FcInterNewsIt
vedi letture
Print