"Ormai faccio anche fatica a guardare il telegiornale, è una sofferenza. Ma neanche il coronavirus mi farà cambiare idea, la mia intenzione è di tornare a vivere in Italia fin dal prossimo anno". Parla così Julio Ricardo Cruz, intervistato dal Corriere dello Sport. L'ex centravanti nerazzurro, come tutti, sta vivendo un momento delicato. Ma c'è sempre spazio per parlare di calcio.

Conosci bene Mihajlovic.
"Se pretendeva che un suo compagno si prendesse sempre le proprie responsabilità è facile immaginare che ancora di più lo pretenda ora da un suo giocatore. Scrivilo che Sinisa è un grandissimo". 

Come Sarri, Allegri, Conte? 
"Nessun allenatore è uguale all’altro, è un grandissimo e basta. Come per me è un grandissimo Guidolin. Se sono diventato un attaccante importante anche in Italia il merito è soprattutto suo. Ti racconto questa". 
 
Vai. 
"Devi sapere che Hector Cuper abita nel mio stesso palazzo. Qualche tempo fa mi raccontava che nel corso di una grigliata di carne esaltava la mia prova contro l’Arsenal quando mi chiese di marcare Campbell. Vincemmo 3-0 a Highbury e per lui il segreto di quella nostra impresa fu proprio il mio grande lavoro sul difensore inglese. Vuoi sapere cosa gli ho risposto? Che il merito era di Guidolin, che fin dal primo giorno mi insegnò a rendere difficile la vita ai difensori". 
 
Va detto che gli ci volle anche tanta pazienza per il tempo che ci mettesti per diventare costruttivo. 
"Quando cambi realtà, campionato, modo di allenarti non è mai facile. Poi in Italia c’è molta tattica e ci vuole tempo per digerirla. Te ne racconto un’altra...". 
 
Chi riguarda questa volta? 
"Lautaro Martinez. Due anni fa venni a Milano e tanti mi chiesero un parere su Lautaro. Gli dissi che era un attaccante straordinario e che bisognava solo aspettarlo. Sarà stata anche una mia impressione ma notai un po’ di scetticismoi. Chi pretende che un giocatore arrivi in Italia e sfondi subito, capisce poco di calcio. Vi ricordo che da voi ha fallito un certo Thierry Henry". 
 
Tu credi che Messi stia facendo un pensierino all’Inter, anche alla luce del caos societario al Barcellona? 
"Vorrei tanto che un giorno si vestisse di nerazzurro, lo vorrei anche per il mio amico Massimo Moratti che non ha mai nascosto il suo desiderio di portarlo a Milano. Ma ti dico la verità, faccio una grande fatica a vedere Messi lontano dal Barcellona". 

Julio, pensi che il campionato debba o non debba ripartire? 
"Da uomo di calcio sono in difficoltà. Con questo maledetto coronavirus è come se il tempo si fosse fermato e a questo punto deve riprendere a correre solo dal giorno dopo". 
 
Dal giorno dopo cosa, spiegati meglio. 
"Il giorno dopo che sono finiti i contagi. Il campionato può anche riprendere, faccio il tifo che riprenda, ma deve farlo in totale sicurezza, con tutti gli accorgimenti possibili e immaginabili, perché la salute deve essere messa sempre davanti a tutto e a tutti. E’ vero, il sistema calcio può andare in crisi se i campionati non vengono terminati ma il calcio non morirà mai, invece una persona può farlo in un minuto e nessuno poi le restituirà la vita". 

Sezione: Copertina / Data: Dom 12 aprile 2020 alle 08:52 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print