Si sa, fine anno è tempo di bilanci. Cosa è andato bene, cosa c’è da migliorare in vista del proseguo della stagione. C’è un nome che è rimbalzato per i primi mesi della stagione interista, senza riuscire a fermarsi per glorificare quanto stava facendo in campo: Stefan De Vrij è entrato nell’élite dei difensori della Serie A, probabilmente d’Europa, grazie a un inizio di stagione entusiasmante. Rispetto alla prima parte della scorsa annata, l’ex giocatore della Lazio ha trovato una continuità di rendimento spaziale e - dopo le prime due giornate passate in tribuna causa piccolo acciacco - non ha di fatto mai abbandonato il suo posto nel mezzo della difesa a tre di Conte. E’ migliorato in tutte le voci statistiche, ma soprattutto è riuscito a incanalare al meglio le sue caratteristiche per avere un impatto costante sulla partita, in entrambe le fasi.

INCIPIT - Il primo momento di assoluta superiorità De Vrij lo ha raggiunto proprio nella partita che l’anno scorso era un tabù: Inter-Lazio. Schierato dal primo minuto, ha battagliato con Caicedo e ha tenuto botta a tutte le avanzate della sua ex squadra, aiutando Handanovic a mantenere la porta inviolata. Nella ripresa, è stato semplicemente perfetto: ancora negli occhi dei tifosi il modo in cui ha scherzato Immobile esaltando San Siro a dieci minuti dalla fine. Da quel momento in avanti è stato un crescendo emozionale, che ha trovato conferma anche nei momenti più difficoltosi della stagione dell’Inter, con le carenze numeriche a centrocampo: Conte ha chiesto a De Vrij di rischiare, alzarsi in pressione e di giocare la palla praticamente da mediano aggiunto. L’Inter è stata brava a costruire un sistema attorno al suo numero 6, che ha cominciato a sventagliare palloni da una parte all’altra del campo, sempre con la stessa precisione: non è un caso che una delle gare più sofferte sia stata l’andata del girone di Champions contro lo Slavia Praga, ovvero quando a De Vrij veniva sistematicamente impedito il lancio lungo sul piede preferito. L’Inter senza il suo Olandese Volante è meno imprevedibile, più sempliciotta. Si aggiunge l’enzima De Vrij agli schemi di Conte e si raggiunge un mix esplosivo, che spiega almeno in parte il primo posto raggiunto dai nerazzurri.

OSSERVAZIONE - La situazione che ha fatto storcere il naso ai più, e che è quella su cui Conte si dovrà concentrare nel 2020 per mantenere la stessa soglia di rendimento, è il fatto di aver preso alcuni gol praticamente con la stessa dinamica, tutti in partite importanti. Contro la Juventus, contro il Barcellona, anche in gare segnate dalla sfortuna come contro la Fiorentina, o in altre già finite come contro il Sassuolo: l’Inter non ha problemi strutturali, in fase difensiva, ma deve lavorare per distogliersi da alcuni bias caratteriali (spesso derivanti dalla minima disattenzione del singolo) che talvolta rendono alcune gare un Everest quasi impossibile da scalare. De Vrij è il leader vocale della difesa, lo è stato fin dal primo momento della scorsa stagione: è lui che chiama la linea a salire, dà piccoli accorgimenti nella sistemazione degli uomini, ricorda le marcature. Ed è l’unico dei difensori di Conte, insieme a D'Ambrosio, ad aver giocato con la difesa a tre: Godin e Skriniar, insieme a Stefan, formano un muro micidiale, ma talvolta con qualche crepa dovuta alla stanchezza (per il Sergente) o all’inesperienza (il colosso con il 37) si palesa. Niente di irrimediabile, tant’è che l’Inter ha la miglior difesa del campionato. Ma visto che Conte ricerca la perfezione, è giusto puntellare al meglio e cercare di issare quel Muro ancora più alto.

INESISTENTI - Quel che gli spettatori e gli addetti ai lavori devono tener presente è che non si può creare un polverone attorno ad un minimo spostamento d’area. Non è per un paio di gol presi che si può mettere in discussione la classe di Godin o il potenziale di Skriniar. Sono situazioni con cui bisogna convivere: el Jefe ha palesato la difficoltà di giocare continuativamente ai ritmi di Conte per tre partite consecutive, mentre Skriniar sta raggiungendo la piena maturazione calcistica imponendosi in un contesto che non è il suo ideale. Ignorare i miglioramenti dell’ultimo e la classe, la leadership dell’uruguaiano è lesa maestà: Conte si fida dei suoi calciatori che gli stanno fornendo risposte eccezionali. E per ogni pallone sbagliato, o gol subito, c’è sempre stata una reazione da gruppo vero, coeso, quel che è sempre mancato nei momenti bui degli ultimi anni. Ora arriva il momento decisivo, quello in cui l’Inter è sempre crollata: l’inverno è giunto e l’Epifania porta con sé una doppia sfida mostruosa. Napoli al San Paolo (sfida stregata) e Atalanta in casa. C’è tutto per alimentare nuovamente la magia, e continuare la rincorsa. Ma il terreno dei guerrieri è ricco d’insidie, e De Vrij - insieme a tutta l’Inter - lo san bene. Bisogna solo continuare a migliorare. 

Sezione: Copertina / Data: Gio 26 dicembre 2019 alle 11:40
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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