Si potrà discutere della qualità del Wolfsburg. Si potrà sottolineare l’errore dell’assistente Sokolnicki. Si potrà censurare la scelta di Mancini di cambiare modulo e far saltare gli equilibri. Ma alla fine nella sconfitta dell’Inter alla Volkswagen Arena spiccano i soliti errori individuali, che rischiano seriamente di costare l’eliminazione dei nerazzurri dall’Europa League. Escluso il terzo gol, che è chiaramente un errore tecnico di Carrizo, il quale è mal posizionato e si fa oscurare la visuale dalla fetta verde della barriera (sui tempi di reazione meglio soprassedere), i primi due nascono dagli ormai soliti errori di posizionamento di Juan Jesus, che nell’ultimo periodo sta vivendo un’autentica involuzione, con svarioni di varia natura che puntualmente costano caro alla sua squadra.

CONFUSIONE E INVOLUZIONE - Al di là delle motivazioni che si celano dietro questo periodo nero di un ragazzo che, giusto sottolinearlo, è un serio professionista e si allena sempre al massimo, e a prescindere dal fatto che molti dei suoi compagni non stiano facendo meglio ma, per loro fortuna, non pagano dazio a ogni errore, è evidente come il numero 5 stia continuando a soffrire un cambio di modulo in corsa a cui non era preparato, forte di un’esperienza in un altro sistema che ne esaltava le qualità atletiche. E che, pur se riproposto, lo manda in confusione (è successo a Glasgow e ieri). Proviamo ad analizzare nello specifico gli errori da matita blu nelle prime due reti del Wolfsburg che hanno ribaltato quella illusoria di Palacio.

PRIMO GOL – Il pareggio di Naldo arriva da corner ed è inevitabile che ci sia un errore tecnico, considerata la dinamica. Sulla battuta di De Bruyne, l’Inter difende a zona salvo due casi: Hernanes su Luiz Gustavo e Ranocchia su Dost, in pratica gli avversari più alti e pericolosi nel gioco aereo. Gli altri si adeguano e, di base, hanno il compito di marcare l’avversario più vicino. Una consegna che però Juan Jesus non rispetta, come dimostra il fermo immagine (Fig. 1): nel momento in cui il pallone arriva in area, il difensore è troppo distante da Naldo e lo lascia saltare indisturbato. Una possibile chiave di letture potrebbe essere il fatto che Juan sia troppo concentrato sul pallone e perda di vista l’avversario a lui più vicino. Ma non è una giustificazione: questa regola è alla base del ruolo.

SECONDO GOL – La madre dei patatrac, a conferma della confusione che a tratti avvolge il reparto arretrato e non solo. Mancini a fine gara lamentava il fatto che si giochi troppo spesso il pallone verso il portiere, atteggiamento che lui sta cercando di cambiare. Però al minuto 63 (si è già passati a tre in difesa) succede tutto il contrario: sul pressing del Wolfsburg, Vidic alleggerisce a Carrizo che invece di sparare lontano il pallone cerca dalla parte opposta Juan, trovando però Vieirinha che, lesto come una faina, si avventa sulla sfera vagante e la serve sul destro letale di De Bruyne. Al di là dell’atteggiamento sbagliato e della volontà anche forzata di non sprecare il possesso, esistono tre errori nell’episodio. Il primo, evidente, di Carrizo che smista il pallone al brasiliano senza neanche guardare dove fosse il brasiliano (Fig. 2). Non a caso, il passaggio è corto. Il secondo errore è di Juan che, dimenticando di giocare a tre, si allontana dalla zona calda e va a fare il terzino. Non a caso Carrizo presume che si trovi in una posizione più idonea al modulo in atto. Il brasiliano, poi, cerca di recuperare su Vieirinha ed è bravo a non commettere fallo. Ma i tempi di reazione con cui dovrebbe disturbare il cross dell’esterno sono troppo lunghi. Infine, terzo errore, Vidic non legge bene la situazione e non accorcia in centro dove De Bruyne, come un falco, arriva a rimorchio con una puntualità svizzera (Fig. 3).

Sezione: Copertina / Data: Ven 13 marzo 2015 alle 18:19
Autore: Redazione FcInterNews.it
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