"Se c’è un tecnico capace di ribaltare l’ambiente, di portare subito idee e di aggiungere entusiasmo, quello è Luciano Spalletti. L’abbiamo visto subito anche noi all’Inter: è riuscito a ricostruire e a centrare gli obiettivi che il club aveva. Anche ora al Napoli ha avuto un impatto incredibile ed è meritatamente in vetta". Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Borja Valero tesse le lodi di Luciano Spalletti, ex allenatore dell'Inter domenica avversario a San Siro sulla panchina del Napoli.

Esiste un “metodo Spalletti”?
"È bravissimo ad entrare nella testa dei giocatori, a farli sentire... forti. E poi se ha a disposizione una squadra con la qualità del Napoli, tutto è più semplice".

L’Inter ha lo scudetto sul petto grazie a un altro allenatore, ma la storia del club è un po’ cambiata anche grazie a Spalletti?
"Ognuno ha aggiunto un pezzo. Spalletti è riuscito a riportare l’Inter in Champions, l’inizio di tutto: la società voleva stare tra i grandi e ci è riuscita. In fondo, ha costruito le fondamenta su cui poi si è innestato il lavoro di Conte, straordinario e decisivo".

Ma trova ancora delle tracce spallettiane alla Pinetina?
"Una su tutte, Brozovic in questa nuova posizione bassa davanti alla difesa. All’inizio lo considerava un giocatore offensivo, ma sulla trequarti Marcelo non riusciva a dare il suo contributo. A quel punto lo ha portato qualche metro indietro ed è diventato un regista devastante, perfino unico: non esiste un altro centrocampista capace di fare così tante cose, tutte bene, come lui. Nell’Inter è cambiato il sistema di gioco, ma Brozovic è rimasto proprio là dove lo aveva messo Spalletti".

Perisic, che stava firmando per lo United, fu tirato giù dall’aereo dall’allenatore...
"È stato decisivo perché rimanesse: Ivan per lui era davvero fondamentale, soprattutto per il suo modo di attaccare, da esterno alto e potente. Gli parlò a cuore aperto: “Per me sei fondamentale e non dovresti andare”. Alla fine, l’ha convinto e all’Inter l’ha fatto diventare un grandissimo. Poi negli ultimi anni Perisic è migliorato ancora di più".

Quando c’era lei, Dimarco e Bastoni erano bambini: stupito che siano cresciuti così tanto?
"Neanche un po’, avevano qualità straordinarie e fiducia in loro stessi, questo fa sempre la differenza. Li ricordo come bravi ragazzi, belle persone. Quelle decisive per dare la giusta atmosfera nello spogliatoio. Del resto, si dice sempre che in Serie A è importante avere un nucleo italiano".

Ha visto arrivare a Milano De Vrij, che non ci sarà stavolta. Come si ferma senza di lui il ciclone Osimhen?
"La perdita di De Vrij è grave, ma ho visto un ottimo Ranocchia e ci sono tante altre possibili soluzioni. Osimhen è uno dei centravanti più pericolosi, ma l’Inter ha le armi per fermarlo. Soprattutto difendendo di squadra".

Come lo vedrebbe Insigne a Milano?
"Da fuori le cose non si sanno mai bene e quando ci sono contratti in scadenza la materia è sempre delicata. Insigne a Napoli non è solo un capitano, ma un simbolo, un figlio della città: sarebbe bello e romantico se terminasse la carriera a casa sua. Ma solo Insigne sa cosa sia meglio per lui e la sua famiglia: la sua decisione andrà comunque rispettata. Se poi diventasse un parametro zero, allora potrebbe fare la fortuna di tante squadre, Inter compresa".

Se l’Inter fallisse col Napoli, sarebbe fuori dalla lotta al titolo?
"Se gli altri continuano a vincere, allora la distanza si allunga. Ma questa per l’Inter è un’occasione ottima per avvicinarsi alla vetta, soprattutto perché finora non ha battuto dirette concorrenti. Per me, a prescindere dal risultato col Napoli, c’è e ci sarà per il titolo".
Sezione: Copertina / Data: Sab 20 novembre 2021 alle 09:00
Autore: Stefano Bertocchi
vedi letture
Print