Nicolò Barella è il primo protagonista di ‘Unboxing’, il nuovo format di Inter Tv nel quale i giocatori nerazzurri si raccontano parlando a tutto tondo di loro stessi, dentro e fuori dal campo. Dopo le anticipazioni di oggi, ecco le altre cose che il centrocampista nerazzurro ha raccontato a proposito di sé e delle sue passioni attraverso il gioco delle scatole.

IL CANE LEBRON – E’ stato il primo membro della mia famiglia, ci ha seguiti nella prima esperienza fuori casa. È così bravo che non si sente, ed è strano. Diciamo che è un cane un po’ anomalo essendo io e mia moglie due cui piace uscire mentre lui è più da divano.

VINO – Sono un appassionato (ha una cantina con 300 bottiglie, ndr), intenditori sono quelli che ne hanno bevuti milioni. Mi piace di più il vino rosso, perché si vede meglio l’evoluzione. Se fossi un vino? Il Cannonau, vino di Sardegna. Ho una bottiglia per ogni annata delle persone importanti della mia vita, quella che ho corteggiato di più è stata una bottiglia del 1997, il mio anno di nascita.

MOTOCROSS – Mia moglie aveva questa passione, tutta la sua famiglia usava la moto. Ma da quando sta con me e ha le bambine l’ha parcheggiata. Io sono un disastro anche con lo scooter, mia moglie è la spericolata…

IL TRICOLORE E LA MAGLIA DELL’ITALIA – In Nazionale si arriva con tanto impegno e voglia di sudare, e con ambizione. È stato un bel traguardo, a un certo punto della mia carriera pensavo fosse difficile poi ho capito che si poteva realizzare questo sogno. Ascoltare l’inno in campo è un bel momento, senti l’unione con tutti gli italiani. Forse è il momento che ti carica di più. L’Europeo? Ci arriviamo bene, Roberto Mancini e tutti noi abbiamo fatto un grandissimo lavoro, abbiamo dato un’impronta e riportato la gente allo stadio dopo quello che era successo; ora dobbiamo guadagnarci ancora più rispetto. La Finlandia mi ricorda il mio primo gol in azzurro, i miei compagni scherzando dicevano fosse autogol ma la rete era la mia. Col Cagliari e con l’Inter non ho avuto l’ossessione del gol, ma con la Nazionale volevo farlo.

PANE GUTTIAU – Rispetto al pane carasau che è più fine, questo è tostato due volte. Con la Sardegna ho un bellissimo rapporto, è casa mia. Mi manca casa anche se all’Inter sto vivendo una bellissima esperienza, e poi queste cose me le mandano spesso… Essere sardi? È impegnativo, essendo un’isola siamo un popolo molto unito. È un orgoglio per me e per tutti, penso che il popolo sardo sia uno dei migliori. A Milano comunque mi sto trovando benissimo come la mia famiglia, posso solo ringraziare chi mi dimostra affetto chiedendo autografi. A Milano puoi fare tutto, è fatta bene.

IL CAPPELLINO DELL’INTER – Colleziono cappelli, prima ne avevo tantissimi poi ho regalato ad amici e cugini perché le passioni stavano diventando troppe. La moda? Non ho un bellissimo rapporto… Mi piace più vedere le cose indossate dalla gente che comprare qualcosa per me. Sono contento se esco e mia moglie deve provare cose. Mi rende felice vedere gli altri felici.

COSA C’E’ NELLA SCATOLA DEI DESIDERI DI BARELLA? – Tante cose, una non si può dire… Mi piacerebbe completare la famiglia, ma c’è ancora tempo per completare questa scatola.

Sezione: Copertina / Data: Gio 09 gennaio 2020 alle 21:50
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
vedi letture
Print