Dopo le dichiarazioni rilasciate a margine della nona edizione dell'Italian Sport Awards, Luciano Spalletti rincara la dose anche ai microfoni di Sportitalia, attaccando chi gli chiede se ci sia rimpianto per aver detto no al Milan: "Lei  (riferito al giornalista, ndr), come altri che fanno il suo mestiere, a volte passa avanti a quello che si vuol dire. Perché io ho detto no? Chi le ha detto che ho detto no? Può dipendere solo da me? No, anche dagli altri. L'Inter? Ora ha cambiato versione, è già meglio... A lei le hanno raccontato male. La versione non è il rinunciare all’ingaggio: ho due anni di contratto, li devo lasciare lì tutti e due? E’ stato deciso di lasciarmi a casa pagandomi e io sto casa. Altrimenti poteva pure darsi che potessi andare al Milan in quel momento lì. Milan che ora ha un allenatore capace".

"Le cose si sono sviluppate in un modo e non si possono raccontare i dettagli, ma è stato deciso di lasciarmi a casa pagandomi - assicura il tecnico di Certaldo -. Fosse stato per me non avrei smesso di fare l’allenatore. Ora sono a casa e in campagna, non negli spogliatoi. L’Inter sta facendo bene e sta dando continuità. Poi si fanno sempre i paragoni e i confronti (con Antonio Conte, ndr), ma sono cose diverse: bisogna sempre parlare in funzione dei risultati: quelli che aveva la mia Inter sono stati raggiunti tutti. Questa Inter ne ha altri e sta facendo bene, probabilmente li raggiungerà perché è in perfetta sintonia con quelle che sono le aspettative. Non per forza bisogna fare un confronto dei vari periodi, non per forza ha vinto uno e ha perso l’altro. C’è una continuità di lavoro grazie anche al lavoro della società che si è impegnata anche in passato in base alle possibilità che aveva, e che ora sono cresciute. Nella prima edizione della Champions sono stato costretto a lasciare quattro giocatori fuori lista per i vincoli del FFP. Quando lasci fuori dei giocatori non è come parlarne in televisione e fare i simpatici: quelli ti guardano in faccia, vengono nel tuo ufficio e ti chiedono spiegazioni. E lì comincia un modo più difficile per gestire il gruppo. Erano altri momenti e altre situazioni”. 

Eriksen è da salto di qualità defintivo per l’Inter?
“E’ un giocatore fenomenale, lo conoscono tutti. Molto pulito, lineare e geniale nelle scelte. E’ uno da ultimo passaggio, da gol e da fase di possesso, sa gestire la palla. E’ un calciatore importante, così come Lukaku”.

C’è rimpianto per non vivere l’Inter con le potenzialità di ora? Pensava che la qualificazione in Champions potesse valere la riconferma?
“È il mio lavoro, ho tentato di dare il meglio di me fino all’ultima giornata e spero l’abbiano fatto tutti. L’essere allenatore dell’Inter non potevo sceglierlo io, si accettano le disposizioni prese. Quello che diventa fondamentale è dare soddisfazione al pubblico interista, sono contento di vedere lo stadio pieno e di vederli gioire. Il resto sono discorsi che lasciano il tempo che trovano. Poi chiaro che la differenza la fanno i giocatori che riesci ad avere e secondo chi hai vai a giocare per altri obiettivi”.

Sezione: Copertina / Data: Mar 04 febbraio 2020 alle 23:40
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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